Silvio Bertoldi: differenze tra le versioni

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*Esisteva {{NDR|in Italia}}, per la verità, fin dal 1920, un marginale filone di [[antisemitismo]] alimentato da un prete spretato, [[Giovanni Preziosi]], e dalla sua rivista «La vita italiana», sovvenzionata da [[Roberto Farinacci|Farinacci]], [...]. Un lugubre fanatico, senza seguito, riemerso durante La Repubblica sociale per chiedere l'applicazione in Italia delle leggi naziste di Norimberga e finito dopo il 25 aprile 1945 suicida con la moglie a Milano. (cap. 11, p. 122)
*Tra i giornalisti fascisti, il leader dell'antisemitismo è [[Telesio Interlandi]], direttore del «Tevere» e autore del volume ''Contra {{sic|judeos}}''. Alla sua morte, nel dopoguerra, i familiari faranno inserire nel necrologio a pagamento sui giornali la qualifica di «cavaliere di razza». Per questa gente Auschwitz, Treblinka, l'Olocausto non erano esistiti. O non erano bastati a farli vergognare. (cap. 11, p. 122)
*[[Ettore Muti|Muti]] piacque subito. Era un uomo molto bello, con un fisico atletico, una piccola testa volitiva da etrusco, un passato – come disse [[Galeazzo Ciano|Ciano]] – «da guerriero dell'alto Medioevo»: volontario di guerra a sedici anni, a Fiume con D'Annunzio, combattente in Etiopia e in Spagna, medaglia d'oro, pluridecorato al valore. (cap. 16, p. 172)
 
==''Mussolini tale e quale''==