Virginio Gayda: differenze tra le versioni

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===''Il crollo russo''===
Le riforme sono venute tardi e lentamente in [[Russia]]. È un segno consueto del vecchio regime l'immobilità di un sistema, che rimane immutato contro le vive realtà nuove del popolo che muove. Così si creano l'opposizione delle forze, l'urto, la rivoluzione. In Russia la servitù della gleba, che incatenava alla terra ventitré milioni di contadini, più di un terzo del popolo russo, è durata sino al 1861, quando già da generazioni la campagna e la società russa erano corse da una oscura inquietudine che minacciava la rivolta. Schiere di filosofi umanisti, educati sui testi francesi e tedeschi, intellettuali dei salotti aristocratici di Pietroburgo e di Mosca, signori della campagna passati per le università, con lo spirito acceso dall'idea progressista che avanzava in occidente, domandavano la riforma in nome del diritto dell'uomo. <!--La campagna-->
 
===''L'Austria di Francesco Giuseppe''===
Quando alla fine del marzo 1911, il primo Parlamento austriaco del suffragio universale morì, per decreto imperiale, il critico politico imparziale rifece la storia dei suoi quattro anni di vita, ripensò alle speranza che s'erano illuminate alla sua aurora, ne misurò i risultati reali e concluse che esso ha tradito le più belle illusioni ed ha fatto un completo fallimento. Un gran sogno di pace nazionale e di rinnovazione sociale aveva accompagnato il suo nascere. Forse nessuna riforma politica in Austria, dopo la costituzione, aveva tanto agitato e mosso il popolo e i governanti, dalle strade alle silenziose sale severe della Corte e dei ministeri, come quella del suffragio universale.
 
===''L'Italia d'oltre confine''===