Saddam Hussein: differenze tra le versioni

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*Concepisce il mondo a sua immagine e somiglianza, non riesce a comprendere fino a dove può giocare con carte false e quando invece deve smetterla di barare. Ancora una volta Saddam ha dimostrato di essere un capobanda furbastro piuttosto che un capo di Stato intelligente, un uomo malato di paranoia che ha irrimediabilmente rotto i ponti con la realtà circostante.
*È un dato di fatto che Saddam concepisce se stesso e la propria vita solo in funzione della conquista e del mantenimento del potere. Si è totalmente identificato con il potere, che non fa alcuna distinzione tra il proprio destino e quello dell'Iraq. Quello che va bene per lui deve andare bene per l'Iraq. In quest'ottica tutti gli iracheni, compresi le mogli e i figli, hanno diritto di esistere o meno soltanto se servono alla salvaguardia del suo potere. Ecco perché le sanzioni hanno penalizzato solo il popolo iracheno senza intaccare la dittatura di Saddam. I pochi soldi che è riuscito a racimolare con il contrabbando prima e con la vendita autorizzata del greggio dopo, li ha utilizzati per sé e per la sua Guardia repubblicana. Delle migliaia di bambini morti di fame o di malattia, Saddam non si è affatto preoccupato. Ecco perché le sanzioni non solo non servono ma sono addirittura controproducenti.
*È un dittatore che ha deciso di affrontare frontalmente la superpotenza mondiale nel momento della sua maggiore vulnerabilità, a causa dell'imminenza delle elezioni presidenziali e della spaccatura tra Europa e Stati Uniti sulla lotta al terrorismo internazionale. Il redivivo Saddam si è così imposto come la variabile impazzita nella campagna elettorale di Clinton. Bush vinse la [[guerra del Golfo]] ma perse le elezioni. Per Clinton è una scelta ardua. Se restasse con le mani legate, gli Usa perderebbero il prestigio e l'influenza nel Golfo. Ma non può neppure rischiare di mandare a morire dei soldati americani. Saddam gli ha teso una vera trappola.
*Il dittatore iracheno si è arrogato il diritto di decidere quali ispettori internazionali possano e quali invece non possano partecipare al piano dell'Onu di smantellamento degli arsenali chimici, biologici e nucleari iracheni. E ha così deciso di cacciare gli ispettori americani rei, a suo avviso, di appartenere a un paese che mira a rovesciare il suo potere e ad affamare il popolo iracheno mantenendo in vigore ad oltranza l'embargo. La risposta americana, degli alleati occidentali e dell'Onu è stata ferma: o Saddam ritira la sua "inaccettabile decisione" oppure andrà incontro a delle "gravi conseguenze". Non si esclude una rappresaglia militare per costringere Saddam a fare marcia indietro. Nel più classico e consolidato stile saddamiano, il dittatore di Bagdad è ricorso anche questa volta a un imbroglio verbale tipico del mercante del "suk", dicendo apparentemente "sì" quando in realtà si tratta di un "no".
*Il Saddam che torna al centro della scena internazionale è un dittatore che ha imparato che per sopravvivere deve essere spietato e non aver riguardi per nessuno.