Umberto Contarello: differenze tra le versioni

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{{Intestazione2|''[http://www.rivistaundici.com/2017/12/18/contarello-intervista/ Il talento di non pensare il pallone]''|Intervista di Cristiano Carriero, ''Rivistaundici.com'', 18 dicembre 2017}}
*Cerco di non utilizzare la parola [[Calcio (sport)|calcio]] ma di utilizzare la parola pallone perché questa parola contiene, per me, l'origine primordiale dell'[[amore]] per questo [[sport]]. Perché io, da bambino non giocavo a calcio, come fanno i bambini di otto anni oggi, ma a pallone. La fonte del [[divertimento]], nel senso profondo, è nella relazione fra un [[essere umano]] e un pallone. Il calcio è un'altra cosa, meno affascinante.
*Io per natura cerco di combattere strenuamente ogni forma di [[nostalgia]]. Penso fermamente sia un [[sentimento]] molto sopravvalutato, soprattutto quando viene condiviso e formalizzato, si trasforma in un [[racconto]] o in un [[film]] e diventa un sentimento deteriore. Quindi ci rimane il [[presente]] e il presente non è di per sé giudicabile. È solamente, direi, impressionabile.
*Il calcio visto dagli spalti non è uno spettacolo drammatico. L'aspetto drammatico è [[Televisione|televisivo]], uno spettacolo di primi piani sui volti dei protagonisti. È la differenza tra [[teatro]] e [[cinema]]. A teatro si è più vicini al corpo dell'attore, come allo stadio. Al cinema al volto, come in televisione.
*L'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] è la squadra più [[retorica]] d'[[Italia]]. Non è necessariamente un aspetto negativo, parliamo anche degli aspetti più sublimi della retorica. Prima di essere una squadra, è un racconto. Una forma di [[onestà]], di [[dignità]] senza tempo, di muscolarità senza [[violenza]] [...]. L'Inter è intrisa di una [[malinconia]] [[snob]], così come lo siamo noi [[Tifo sportivo|tifosi]].