Alfred Edmund Brehm: differenze tra le versioni

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==''La vita degli animali''==
===Volume 1, ''Mammiferi''===
*L'[[orango]] è animale tranquillo e pacifico : alla vista dell'uomo non fugge, ma lo fissa con calma. Se suppone pericolo, cerca scampo nella alta cima degli alberi, e si nasconde fra il fogliame; se poi non si sente abbastanza sicuro, muta sede saltando da una cima all'altra, ma sempre con certa esitanza e cautela; l'impeto e la leggerezza di altre specie di scimmie gli sono sconosciute. Ferito da una palla o freccia grida fortemente, e spezzando i rami che ha sotto mano li lancia sul nemico, sperando con ciò di abbatterlo e di stornarne le operazioni offensive. Perfino quando è nel massimo furore è sempre così lento nei movimenti che lo si può inseguire comodamente; che però si difenda con bastoni maneggiandoli a foggia di clava è una storiella che raccontano gli indigeni, ma non fu creduta da alcun osservatore spassionato. Senza dubbio che se venne ferito e si vede il persecutore alle calcagne sa difendere valorosamente la propria pelle, e non è avversario spregevole, avendo fortissime le braccia e formidabili le mandibole. Con facilità spezza un rampone od il braccio di chi con esso lo minaccia: i suoi morsi sono veramente terribili. Giovane lo si piglia facilmente, ma adulto è difficile averlo, e quasi impossibile averlo vivo. (pp. 65-66)
*Al modo, medesimo che abbiamo trovato nel guereza la più bella delle scimmie, troviamo nel [[mandrillo]] la più orrida. È invero per ogni rispetto uno schifoso animale, di cui l'indole corrisponde bene al corpo. Questo è piuttosto robusto e tozzo, la testa è ributtante, e le ganascie formidabili. I peli sono particolarmente ruvidi e arruffati, e il colorito delle parti nude in sommo grado spiacevole. La pelle è d'un bruno-oscuro con lievi sfumature di color olivastro; ogni pelo è cerchiato di nero e di verde-oliva. Sulla pancia sono biancastri, sui fianchi bruno-chiaro, la barba è giallo di limone, e dietro le orecchie si trova una macchia d'un bianco-grigiastro. Il viso e il deretano sono egualmente ripugnanti. (pp. 125-126)
*Non si può immaginare un animale più vivamente colorito, eppure così brutto, come il [[mandrillo]]. (p. 126)