Infelicità: differenze tra le versioni

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Inserisco una citazione.
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*''Infelice a far mia degl'infelici | La [[sventura]] imparai''. ([[Vincenzo Monti]])
*Il tossico seme della infelicità odierna non è forse rintracciabile in quel muto accalcarsi, in quello sfuggire/sfuggirsi, in quella perdita di identità individuale e collettiva? Certa frenesia metropolitana non somiglia all'angosciante fuga continua di criceti in una gabbia troppo stretta, costretti a rincorrere la propria coda? L'uomo contemporaneo cerca invano di scappare per non dover riconoscere l'ombra della propria anima, per non fare i conti con la propria inaudita infelicità. ([[Paolo Crepet]])
*Il vero infelice è quello che in mancanza di oggetti reali corre appresso a fantasmi da lui stesso creati, chimere ippogrifi sirene; l'ambizioso, lo sciagurato, o quello che li riassume tutti, il Don Giovanni, accecato dalla grazia della creatura.<br /> Questa grazia esiste, è una cosa reale, innegabile; ma l'attrazione che spesso esercita su di noi è dovuta appunto alla lontananza, alla percezione del «non-io». Infatti nessuno soggiace al proprio fascino, o, se il caso di [[narcisismo|Narciso]] può veramente attuarsi, è quando l'individuo si accorge con immediatezza del singolare fatto, celato ai più, che non si può possedere pienamente nemmeno se stessi. ([[Henry Furst]])
*L'infelicità è una palude dove non alberga che la resa, la rinuncia. ([[Paolo Crepet]])
*L'uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità. ([[Eugenio Montale]])