Pecora: differenze tra le versioni

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Paul McCartney
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*Dell'[[umiltà|umilità]] si vede somma sperienzia nello agnello il quale si sottomette a ogni animale, e quando per cibo son dati all'incarcerati [[leone|leoni]], a quelli si sottomettano come alla propria madre, in modo che spesse volte s'è visto i lioni non li volere occidere. ([[Leonardo da Vinci]])
*È stato dimostrato che le pecore possiedono una memoria straordinaria. Non solo imparano velocemente a riconoscere i volti (sia di pecore che di umani), ma sono anche in grado di ricordarseli dopo non averli rivisti per più di due anni. La persona che ha ottenuto questi risultati, il dottor Keith Kendrick del Babraham Institute in Gran Bretagna, sostiene che «la loro sofisticata capacità di riconoscimento dei volti implica che le interazioni sociali con i compagni di gregge e con alcuni umani siano molto importanti per le pecore». ([[Tom Regan]])
*Era domenica, stavamo mangiando agnello arrosto per pranzo ed era la stagione degli agnelli, con tutti quei meravigliosi agnellini che saltellavano qua e là nel pascolo. Al che abbiamo guardato l'agnello nel piatto, poi di nuovo gli agnellini là fuori e abbiamo pensato: "Stiamo mangiando una di quelle creaturine che sgambettano allegramente qua fuori". La cosa ci stese, e ci siamo detti: "Aspetta un attimo, non vogliamo mica fare una cosa del genere". Eccola qua, la svolta epocale: non abbiamo mai più mangiato carne. ([[Paul McCartney]])
*La sua carità {{NDR|di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]]}} si estendeva, con cuore di fratello, non solo agli uomini provati dal bisogno, ma anche agli animali senza favella [...]. Aveva però una tenerezza particolare per gli agnelli, perché nella Scrittura [[Gesù Cristo]] è paragonato, spesso e a ragione, per la sua umiltà al mansueto agnello. ([[Tommaso da Celano]])
*Ogni agnello è un individuo che può suscitare empatia e tenerezza, se preso come tale: ciascuno di noi lo sa, per esperienza diretta o semplicemente per immedesimazione. Ne arriva un'eco addirittura sui giornali, proprio nei giorni che precedono la [[Pasqua]], con le immancabili notizie sugli agnelli sfuggiti al mattatoio e ritrovati su un prato o per strada. Ogni volta c'è chi se ne prende cura, dà loro un nome e fa conoscere ai cronisti l'edificante storia del condannato a morte che trova la salvezza grazie a un casuale benefattore. ([[Lorenzo Guadagnucci]])