Federigo Verdinois: differenze tra le versioni

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— Brava! e non tossirete altro, ve lo garantisco — riprese a dire il dottore, seguendo sempre quel suo mirabile sistema curativo di non sentenziare in latino, di scrivere brevi ricette e di dare agli infermi suoi una perfetta sicurezza di guarigione — Il petto non è mica impegnato. Niente di grave. Con un po' di cautela, vi do parola che fra cinque giorni sarete fuori di letto.<br>
— Oh grazie, dottore! — esclamammo ad una voce Emma ed io.
==''Profili letterari e ricordi Giornalistici''==
 
*{{NDR|Su [[Francesco de Sanctis|Francesco de Sanctis]]}} Incomincia con singolare acume e pazienza a ricostruire l'uomo e lo scrittore; ne cerca i particolari della vita; ne sfoglia pagina per pagina tutti gli scritti; fruga nelle più riposte pieghe dell'anima del morto, lo fa muovere e parlare, gli spira un secondo soffio di vita. Qualche volta questo soffio è micidiale e riammazza un cadavere dopo averlo galvanizzato e resuscitato; qualche volta compie il miracolo della vera resurrezione. [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] è un esempio del primo caso. [[Francesco Petrarca|Petrarca]] del secondo. (da ''Profili letterari, Francesco de Sanctis,'' p. 32)
*{{NDR| Francesco de Sanctis}} Egli ha portato lo studio del contenuto, cercando determinare la personalità dei soggetti criticati; si è fermato più sull'idea che sulla forma, e più che sull'una e sull'altra, ha cercato di cogliere il punto preciso nel quale esse incontransi e si saldano insieme. Ha levato la critica a dignità di scienza e quel che è più, quel che di lui è caratteristico, ha fatto vedere che anche il critico deve avere un'anima e può e deve essere artista. (da ''Profili letterari, Francesco de Sanctis'', pp. 33-34)
*Non conosce riguardi, e se c'è in Italia uomo indipendente, questi è il [[Ruggero Bonghi|Bonghi]], — meno, s'intende, l'attaccamento al partito, il quale attaccamento, se qualche volta è dipendenza, è pur sempre amore, cioè una servilità nobile e volenterosa, che tempra il carattere, purifica l'animo ed accentra in un oggetto solo tutte le idee e tutti gli affetti. Degli uomini che amano a questo modo si suol dire, e si dice bene, che sono tutti di un pezzo. Tale è il Bonghi; non si piega, non concede, non indietreggia. Di questa sua interezza ed indipendenza si direbbe quasi ch'egli si ubbriachi: chiama le cose col nome loro, epperò sembra acre, scortese, violento, quando non è che veritiero. (da ''Profili letterari, Ruggero Bonghi,'' pp. 42-43)
*{{NDR|[[Vittorio Imbriani|Vittorio Imbriani]]}} Di alcuni scrittori si leggono tutti gli scritti e non si riesce poi a riconoscerne uno che non porti sotto tanto di firma in tutte lettere. Non hanno fisionomia, rassomigliano al primo venuto. Di altri basta una lettera, un biglietto scritto in fretta, per indovinare di colpo la mano che l'ha vergato. (da ''Profili letterari, Vittorio Imbriani'', p. 55)
*{{NDR|Vittorio Imbriani}} È erudito come una biblioteca di libri rari; ed ha dell'erudito tutta la pazienza fratesca, la passione rabbiosa, la memoria ferrea, la meticolosità fastidiosa, la boria. Ma ha questo di più, che gli eruditi generalmente non hanno, una fantasia fervida, un finissimo gusto artistico, una impetuosità di cuore da poeta....non elzeviriano. (da ''Profili letterari, Vittorio Imbriani'', p. 55)
*{{NDR|[[Luigi Tosti|Luigi Tosti]]}} Ritiratosi fanciullo su quella vetta<ref>L'abbazia di Montecassino</ref>, la solitudine, l'aspra natura, gli studi severi, la monotonia della vita claustrale non lo staccarono dalla società degli uomini. Nobile di sangue, fu anche nobile di mente e di affetto. Frate, non volle assorgere con l'anima ad un arido cielo senza affetti e senza poesia; castellano, discese a vivere coi suoi vassalli e li guardò con occhio d'amico e di fratello. (da ''Ricordi letterari, Luigi Tosti'', pp. 70-71)
*{{NDR|Luigi Tosti}} Le sue visioni sono calde, colorite, febbrili, piene di un movimento così fuori del rettorico e del convenzionale, che vi rapiscono in un mondo sconosciuto e fantastico, che vi scoprono sconfinati orizzonti. Ci è lo spirito moderno, che si stringe in un caldo amplesso allo spirito biblico; Jehova terribile che sorride amorevolmente fra le minaccie. (da ''Ricordi letterari, Luigi Tosti'', pp.73-74)
*IL{{NDR|[[Giovanni Bovio|Bovio]]}} o che parli, o che rida, o che si lamenti, o che solo si muova, è cavernoso. Lo si direbbe una sibilla nell'antro o uno di quei barbuti profeti dell'antichità che si divertivano a preconizzare ogni sorta di disgrazia e di finimondo sul capo sciagurato del prossimo loro. Per questo ho detto che è nato troppo tardi. Porta il soprabito, ma è un anacronismo. Un pizzo lungo, folto, nero, ch'egli accarezza volentieri, pare che lo tiri in giù a pescare i suoi pensieri profondi nel centro della terra. (da ''Ricordi letterari, Giovanni Bovio'', p. 78)
*{{NDR|Sull'ascesa e sull'improvviso declino della fama di [[Achille Torelli|Achille Torelli]]}} [...] Accade così, questo è il guaio. Quando vi avranno levato su, e tenuto su per un pezzo, si stancheranno: voi pesate troppo. Poi si accorgeranno di un'altra cosa: a quell'altezza voi togliete che altri si scaldi al sole delle lodi e dell'amor proprio. Toglietevi di là in tutta fretta, tornate piccolo, nascondetevi, o quest'altro San Cristoforo del pubblico vi getterà in acqua. (da ''Profili letterari, Achille Torelli'', pp. 165-166)
*{{NDR|Su [[Matilde Serao|Matilde Serao]]}}[...] C'è, per esempio, il ''Cuore Infermo'', una specie di romanzo, che è naturalmente tutto cuore da un capo all'altro, benché ci sia dentro dell'analisi minuta e fastidiosa. Credete forse che il cuore non analizzi? ci sono tante delle sue novelle, che il sentimento solo ha saputo inspirare, e lo si sente serpeggiare tra frase e frase, tra una riga e l'altra. (Da ''Ricordi letterari, Matilde Serao'' , pp.180-181)
*{{NDR|Per una singolare coincidenza, F. Verdinois trova nel salotto di Sofia Novikov una copia del Quo Vadis di cui lo scacchista Ivan Ivanovic Scerscenowski gli aveva parlato con entusiasmo la sera del giorno precedente}} [...] Volevate avere il libro? Prendetelo. Me ne direte poi qualche cosa. Dev'essere un libro noioso.... Un titolo latino, figurarsi! <br/> Presi il libro, tornai a casa, lo lessi in una notte, lo divorai, fui invaso da una smania che altri provasse il mio diletto, la commozione, l'entusiasmo. Si sa che le emozioni si raddoppiano, quando son divise. Non accade lo stesso col danaro, pur troppo. (da ''Ricordi giornalistici, Perché tradussi il «Quo Vadis?»'', pp. 247-248)
*{{NDR|[[Gabriele D'Annunzio|Gabriele D'Annunzio]] conosciuto in un locale di Posillipo}}<ref>La terrazza de Il figlio di Pietro</ref> [...] Ho però ancora l'impressione delle parole che gli uscivano di bocca, fluide, vive, armonizzate come una musica. Che fuoco d'ingegno, che originalità di pensieri, che sapore d'italianità! Un vero e proprio [[Giovanni Crisostomo|Crisostomo]]: lo si ascoltava con rapimento e si aveva paura d'interromperlo. (da ''Ricordi giornalistici, D'Annunzio sotto un divano'', p. 277)
==Bibliografia==
*Federigo Verdinois, ''[http://www.liberliber.it/libri/v/verdinois/index.htm Racconti inverisimili di Picche]'', Casa Editrice Artistico-Letteraria, Napoli, 1886.
*Federigo Verdinois, Profili letterari e ricordi giornalistici, a cura di Elena Craveri Croce, Firenze, Le Monnier, 1949.
 
==Voci correlate==
*[[Charles Dickens]]