Miguel de Cervantes: differenze tra le versioni
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===Citazioni===
*Abbi il passo lento, parla pacatamente, ma non in modo che paia che tu ascolti te stesso: ogni affettazione è cattiva. (2007)
*Chi ti vuol
*Dio sopporta i cattivi, ma non poi sempre sempre. (2007)
*Due soli lignaggi ci sono nel mondo, come diceva una mia nonna, cioè, l'avere e il non avere. (2007)
*— È il carattere naturale delle [[donna|donne]], questo — disse don Chisciotte: — disdegnare chi le ama e amare chi le aborrisce. (2007)
*Il miglior condimento che ci sia è la [[fame]]. (2007)
*Il sangue si eredita, ma la [[virtù]] si acquista, e la virtù vale di per sé quel che il sangue non vale. (2007)
*Non si deve parlare di corda in casa dell'impiccato. (2007)
*Ognuno è figlio delle sue [[azione|azioni]]; e, perché uomo, posso ben doventar papa. (2007)
*Oh, [[invidia]], radice di mali infiniti e tarlo delle virtù! (2007)
*Ognuno è come Dio l'ha fatto e spesso spesso è magari peggio. (2007)
*Orbene, a tutto c'è rimedio meno che alla [[morte]], sotto il giogo della quale tutti si deve passare, per quanto, quando la vita finisce, ci dispiaccia. (2007)
*[[Predica]] bene chi vive bene. (2007)
*Questo mio [[padrone]] ho visto da mille prove che è un matto da legare, e anche io, del resto, non gli rimango punto indietro, perché, se è vero il proverbio che dice «dimmi con chi vai e ti dirò chi sei» e l'altro «non donde nasci, ma donde pasci», sono più matto di lui perché lo seguo e lo servo. (2007)
*Non muoia, signor padrone, non muoia.
*''Se le sue glorie Amor vende costose | Ha ragione ed il suo traffico è giusto, | Ché non ci sono gioie più preziose | Di quelle valutate dal suo gusto, | Ed è cosa evidente | Che non val ciò che poco costa o niente.'' (2007)
*{{NDR|[[Ultime parole di personaggi immaginari|Ultime parole]]}} Supplico i detti miei esecutori testamentari che se la buona sorte facesse loro conoscere l'autore, il quale si dice che abbia scritta l'istoria che corre impressa col titolo di ''Seconda parte delle prodezze di don Chisciotte della Mancia'', gli dimandino perdono da parte mia con ogni affetto possibile per l'occasione che io gli ho data, senza volerlo, di scrivere quei tanti e sì grossi spropositi che in essa si leggono, perché io mi distacco da questa vita collo scrupolo di avergliene dato motivo. (Don Chisciotte: cap. LXXII, 1888)
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