Giovanni Pascoli: differenze tra le versioni

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*Delle città dove sono stato, [[Matera]] è quella che mi sorride di più, quella che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e di malinconia. (citato in Cesare Garboli, ''Trenta poesie famigliari di Giovanni Pascoli'', Einaudi, 1990, p. 47)
*Di quercia caduta ognuno viene a far legna. E tagliato l'albero, così grande e bello, perché hanno a sopravvivere i novelli? (Nota bibliografica di Giovanni Pascoli per la sesta edizione di ''Myricae'')
*''E il [[Ulisse|vecchio]] vide che le due Sirene, | le ciglia alzate sulle due pupille, | avanti se miravano, nel sole | fisse, od in lui, nella sua nave nera. | E su la calma immobile del mare, | alta e sicura egli inalzò la voce. | "Son io! Son io, che torno per sapere! | Che molto io vidi, come voi vedete | me. Sì; ma tutto ch'io guardai nel mondo, | mi riguardò; mi domandò: Chi sono?"'' (da ''L'ultimo viaggio'', XXIII, vv. 29-38)
*{{NDR|[[Giosuè Carducci]]}} Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. (da ''Il maestro e poeta della Terza Italia'', in ''Patria e umanità'', p. 380)
*{{NDR|[[Viggiano]]}} Il paese non è grande, ma nemmeno piccolo; l'aria ottima; pittoreschi i dintorni: le rovine di Grumentum a pochi passi; arpeggiamenti per tutto, che fanno di Viggiano l'Antissa della Lucania. (citato in Mario Biagini, ''Il poeta solitario'', Mursia, 1963, p. 111)