Guido delle Colonne: differenze tra le versioni

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a freno stretto senza riposanza,
alarga le toi retine, in pietanza,
chè soperchianza - m’a vinto e stancato;
c’ò più durato - ch’eo non ò possanza,
per voi, madonna, a cui porto lianza
più che non fa assessino asorcuitato,
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in sua merze[de] m’ave riceputo
e lo sofrire mal m’à meritato:
ch’ella m’à dato - tanto bene avire,
che lo sofrire - molta malenanza
agi’ ubriato, e vivo in allegranza.</poem>
 
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quella per cui m'avene
tutto questo penare:
per ben amar - lo meo cor si ritene.</poem>
 
==Bibliografia==
*Guido delle Colonne, ''Amor, che lungiamente m'ài menato'', ''Ancor che l'aigua per lo foco lassi'', ''La mia gran pena e lo gravoso affanno'', in "Rimatori della scuola siciliana", a cura di Panvini, Olschki, Firenze, 1962 e 1964.
*Guido delle Colonne, ''Gioiosamente canto'', ''La mia vit' è si fort' e dura e fera'', in "Poeti del Duecento", Volume I, Tomo I, a cura di Gianfranco Contini, Classici Ricciardi, Mondadori, Milano - Napoli, 1960 e 1995.
 
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