Claude Lévi-Strauss: differenze tra le versioni

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*L'antropologo rispetta la [[storia]], pur non assegnandole il valore che le spetta. Infatti la ritiene uno studio complementare a se stesso: da una parte spiega il susseguirsi delle società umane nel [[tempo]], dall'altra nello spazio.
*La nostra società è l'unica in grado di trasformarsi e malgrado tutto non distruggersi, finché i cambiamenti che vogliamo introdurre verranno da dentro.
 
==''Da vicino e da lontano''==
*[...] sono pervaso sempre di più dal sentimento che il cosmo e il posto dell'uomo nell'[[universo]] oltrepassino, e sempre oltrepasseranno, la nostra comprensione. Mi capita di intendermi meglio con certi credenti che con certi razionalisti a oltranza: perlomeno i primi hanno il senso del [[mistero]]. (p. 16)
*{{NDR|Su [[Simone Weil]]}} Chiacchieravamo nei corridoi della Sorbona. I suoi giudizi senza appello mi disorientavano. Con lei era sempre tutto o niente. La rividi in seguito negli Stati Uniti, dov'era venuta per un breve soggiorno, prima di andare in Inghilterra e morirvi. Si mise lei in contatto con me, mi diede appuntamento sotto il colonnato di un grande edificio – la biblioteca della Columbia o la Public Library, non ricordo. Discorremmo familiarmente seduti sugli scalini. Le intellettuali della nostra generazione erano spesso eccessive: lei non faceva eccezione, ma ha spinto questo rigorismo fino a farsi distruggere. (pp. 23-24)
*Una volta passato il primo momento di curiosità, una volta stufo delle buffonate, il maggio [[Il Sessantotto|'68]] mi ha disgustato. Perché non ammetto che si taglino degli alberi per fare delle barricate (alberi, cioè vita; una cosa che va rispettata), che si trasformino in pattumiere luoghi pubblici che sono un bene e una responsabilità per tutti, che si coprano di graffiti degli edifici, universitari o meno; né che il lavoro intellettuale e la gestione delle istituzioni vengano paralizzate dalla logomachia. (p. 119)
 
{{NDR|Claude Lévi-Strauss (intervistato da Didier Eribon), ''Da vicino e da lontano'', traduzione di Massimo Cellerino, Rizzoli, Milano 1988}}
 
==Citazioni su Claude Lévi-Strauss==