Ettore Ciccotti: differenze tra le versioni

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'''Ettore Ciccotti''' (1863 – 1939), storico, docente e politico italiano.
 
==Citazioni di Ettore Ciccotti==
*[[Sparta]] ci presenta il tipo più completo e meglio conservato di una divisione di lavoro e di una conseguente specificazione di funzioni e di organi, per cui una popolazione di soggetti attendeva alla coltivazione della terra, provvedendo l'alimento, mentre una più ristretta popolazione di dominatori esercitava il comando coltivando l'esercizio delle armi.<ref>Da ''[https://archive.org/details/laguerraelapace01ciccgoog/page/n10/mode/1up La guerra e la pace nel mondo antico]'', Fratelli Bocca editori, Torino, 1901, p. 50.</ref>
 
*[...] chi innovò radicalmente i criteri direttivi della battaglia, fu, nella breve e fortunata sua carriera, [[Epaminonda]], che può considerarsi come il geniale inventore e pioniere di metodi applicati poi da Filippo e specialmente, con importanza storico-mondiale, da Alessandro.<br>All'attacco frontale e simultaneo di tutta l'ordinanza, Epaminonda sostituì un metodo per cui, contrariamente all'uso precedente, l'ala sinistra, ove egli concentrava il nerbo delle sue forze, aveva l'offensiva, mentre l'ala destra, messa puramente sulla difensiva, faceva semplicemente della resistenza e teneva a bada l'ala destra nemica, intanto che la sua ala sinistra, facilmente vittoriosa per la forza preponderante, dopo avere sgominata l'ala destra dell'avversario, ne scompigliava l'ala sinistra, attaccandola di fianco.<ref>Da ''La guerra e la pace nel mondo antico'', ''cit.'', pp. 182-183.</ref>
 
*La [[pace]] è equilibrio, che ha bisogno di essere stabile, se si vuole stabile pace; e non vi è né equilibrio, né pace, dove la forza è base e legame della vita, e popolo è congiunto a popolo, individuo a individuo, non da mutuo scambio di servigi e uguale correlazione di diritti e di doveri, ma da una legge di servitù che fa l'uomo e l'opera sua mezzo a un altro uomo. Non vi è equilibrio, né pace, dove qua la mancanza del necessario, là il desiderio e la possibilità del superfluo creano, a vicenda, lo scontento e la preoccupazione, la minaccia e la cupidigia, l'aggressione ch'è difesa e la difesa ch'è aggressione, cioè la guerra, in cui la forza non si risolve, ma si perpetua come in un circolo vizioso, per rigermogliare esacerbata e moltiplicata in altre guerre, in altre violenze, in altri motivi di conflitto.<ref>Da ''La guerra e la pace nel mondo antico'', ''cit.'', p. 229.</ref>
 
==''Il tramonto della schiavitù nel mondo antico''==
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*Roma, magari inconsapevolmente, combatteva nel Cristianesimo la forma e il riflesso di quella potenza trasformatrice e dissolvente, che sottraeva allo Stato il monopolio e il prestigio della religione, e, facendone base di un organismo crescente nell'organismo dello Stato e a detrimento di questo, dava al mondo romano, alla società universale dell'Impero un altro centro che non fosse il potere politico dell'Impero. (Parte seconda, cap. XIV, p. 276)
 
==''La guerra e la pace nel mondo antico''==
==Note==
*[[Sparta]] ci presenta il tipo più completo e meglio conservato di una divisione di lavoro e di una conseguente specificazione di funzioni e di organi, per cui una popolazione di soggetti attendeva alla coltivazione della terra, provvedendo l'alimento, mentre una più ristretta popolazione di dominatori esercitava il comando coltivando l'esercizio delle armi.<ref>Da ''[https://archive.org/details/laguerraelapace01ciccgoog/page/n10/mode/1up La guerra e la pace nel mondo antico]'', Fratelli Bocca editori, Torino, 1901, (p. 50.</ref>)
<references />
 
*[...] chi innovò radicalmente i criteri direttivi della battaglia, fu, nella breve e fortunata sua carriera, [[Epaminonda]], che può considerarsi come il geniale inventore e pioniere di metodi applicati poi da Filippo e specialmente, con importanza storico-mondiale, da Alessandro.<br>All'attacco frontale e simultaneo di tutta l'ordinanza, Epaminonda sostituì un metodo per cui, contrariamente all'uso precedente, l'ala sinistra, ove egli concentrava il nerbo delle sue forze, aveva l'offensiva, mentre l'ala destra, messa puramente sulla difensiva, faceva semplicemente della resistenza e teneva a bada l'ala destra nemica, intanto che la sua ala sinistra, facilmente vittoriosa per la forza preponderante, dopo avere sgominata l'ala destra dell'avversario, ne scompigliava l'ala sinistra, attaccandola di fianco.<ref>Da ''La guerra e la pace nel mondo antico'', ''cit.'', (pp. 182-183.</ref>)
 
*La [[pace]] è equilibrio, che ha bisogno di essere stabile, se si vuole stabile pace; e non vi è né equilibrio, né pace, dove la forza è base e legame della vita, e popolo è congiunto a popolo, individuo a individuo, non da mutuo scambio di servigi e uguale correlazione di diritti e di doveri, ma da una legge di servitù che fa l'uomo e l'opera sua mezzo a un altro uomo. Non vi è equilibrio, né pace, dove qua la mancanza del necessario, là il desiderio e la possibilità del superfluo creano, a vicenda, lo scontento e la preoccupazione, la minaccia e la cupidigia, l'aggressione ch'è difesa e la difesa ch'è aggressione, cioè la guerra, in cui la forza non si risolve, ma si perpetua come in un circolo vizioso, per rigermogliare esacerbata e moltiplicata in altre guerre, in altre violenze, in altri motivi di conflitto.<ref>Da ''La guerra e la pace nel mondo antico'', ''cit.'', (p. 229.</ref>)
 
==Bibliografia==
*Ettore Ciccotti, ''[https://archive.org/details/iltramontodellas00cicc/page/n8/mode/1up Il tramonto della schiavitù nel mondo antico]'', Fratelli Bocca editori, Torino, 1899.
*Ettore Ciccotti, ''[https://archive.org/details/laguerraelapace01ciccgoog/page/n10/mode/1up La guerra e la pace nel mondo antico]'', Fratelli Bocca editori, Torino, 1901.
 
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