Aldo Grasso: differenze tra le versioni

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*E giusto per rimpiangere il tempo che fu, spiace che la finale degli Internazionali di Roma di tennis, trasmessa domenica da SkySport, non sia stata commentata da [[Gianni Clerici]] e [[Rino Tommasi]], i padri fondatori della moderna telecronaca a due. Le trasmissioni sportive devono molto ai due (i telecronisti di Sky sono tutti figli loro), inopinatamente spariti, e forse Roma avrebbe potuto rappresentare l'occasione per un grazie, per un congedo con l'onore delle armi.<ref>Da ''[http://www.corriere.it/spettacoli/11_maggio_17/grasso-sabato-sera-in-tv-relitto-tristezza_858210de-8038-11e0-845d-a4559d849f1e.shtml Sabato sera in tv, un relitto di tristezza]'', ''Corriere.it'', 17 maggio 2011.</ref>
*{{NDR|Su [[Nicoletta Orsomando]]}} È stata l'annunciatrice della RAI per antonomasia, la personificazione della «[[Signorine buonasera|signorina buonasera]]». Il volto sereno, il sorriso imperturbabile, la dizione perfetta, l'eleganza discreta hanno conquistato la platea dei telespettatori. Nel corso degli anni ha condotto anche qualche rubrica di intrattenimento e ha partecipato come ospite a numerosi programmi.<ref>Da ''Addio signorina buonasera <small>Orsomando era l'annunciatrice simbolo della tv. Aveva 92 anni, il sorriso era promessa di felicità</small>'', ''Corriere della Sera'', 22 agosto 2021.</ref>
*Ebbene sì, lo ammetto: «[[Non è la Rai]]» non mi piaceva, inutile fingere il contrario. […] Allora ero prigioniero di alcuni giudizi e di non pochi pregiudizi. Il programma in sé non era molto diverso dall’intrattenimento facile: cruciverbone, giochini telefonici, canzoni, balletti, discoteca, [[Enrica Bonaccorti]], [[Paolo Bonolis]]... Per l’esplosione delle cento adolescenti in costume, acerbe e maliziose, si parlava di lolitismo (pregiudizio), di traviamento (al ''[[Corriere della Sera|Corriere]]'' arrivavano decine e decine di lettere di genitori disperati e un critico alle prime armi ne era colpito), di strategia berlusconiana per intontire il Paese (altro pregiudizio), di deriva televisiva. Pareva che «Non è la Rai» fosse solo la risposta Fininvest a «I ragazzi del muretto» della Rai o alla «Piscina» di Alba Parietti. Tempi in cui per «L’istruttoria» di [[Giuliano Ferrara]] si parlava di Circo Barnum. I metri di paragone erano altri: «Avanzi», «Mai dire gol», per qualcuno anche «Twin Peaks».<ref name=Nonelarai>Da ''[https://www.corriere.it/spettacoli/21_settembre_05/non-rai-visto-gli-occhi-oggi-meritava-piu-elogi-51c20ff0-0e45-11ec-90a7-94fb0e4dd84c.shtml «Non è la Rai» visto con gli occhi di oggi: meritava più elogi <small>Il programma di Boncompagni, di cui si festeggia l’anniversario, era accompagnato da giudizi e pregiudizi, ma stava cambiando la tv</small>], ''corriere.it'', 21 settembre 2005.</ref>
*[[Fidel Mbanga-Bauna|Fidel Mbanga Bauna]] lavora per il Tg3 del Lazio. Nel 2003, fu il primo extraco­munitario nero a presentarsi nelle liste di [[Alleanza Nazionale|Alleanza nazionale]] a Montecitorio. Il quotidiano La Padania diretto da Gigi Moncalvo titolò così: «Faccetta nera en­tra in Parlamento», ricevendo in cam­bio risentite reazioni.<ref name=Aldograsso/>
*Fra tutti i programmi culinari che la tv propone (sono tantissimi, segno che siamo passati dal cibo come nutrimento al cibo come linguaggio), «[[MasterChef Italia|MasterChef]]» è il più bello, il più attraente, il più vivace. La specialità della casa è la severità: finalmente qualcuno che ha il coraggio di essere rigoroso, esigente, inflessibile, come il magistrale Anton Ego, il critico enogastronomico di [[Ratatouille]]. I poveri di spirito confondono la severità con la cattiveria e così s'imbrogliano, preparano piatti di rara modestia, senza un briciolo di fantasia e di competenza.<ref name=surclass>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2011/ottobre/14/MasterChef_surclassa_gli_altri_show_co_9_111014109.shtml MasterChef surclassa gli altri show culinari]'', ''Corriere della Sera'', 14 ottobre 2011, p. 71.</ref>
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*{{NDR|Su [[Daniela Santanchè]]}} Indomita groupie.<ref>Da ''[http://www.corriere.it/politica/12_luglio_15/grasso-minetti-padiglione-italia_51559dce-ce40-11e1-9b00-18ac498483bd.shtml Il legittimo impedimento affondò la bella Nicole]'', ''Corriere.it'', 15 luglio 2012.</ref>
*L'aspetto più piacevole di «[[MasterChef Italia|MasterChef]]» è proprio il suo andamento narrativo: il programma si struttura come un racconto, non sempre a lieto fine. Non possono adesso mancare i giudizi sui tre chef (pan per focaccia), ma solo da un punto di vista mediologico. [[Bruno Barbieri|Barbieri]] è falsamente paterno e discretamente noioso; l'ombroso Cracco vorrebbe essere il nostro [[Gordon Ramsay]] ma non ne ha né il carisma né l'antipatia, è prigioniero della sua caricatura; [[Joe Bastianich|Bastianich]] è il meno stellato dei tre, ma alla fine risulta il più simpatico e il più televisivo.<ref name=surclass/>
*La comicità vera di "[[Cascina Vianello]]" nasce proprio dall'impatto fantasioso con il nuovo ambiente in cui i due si sono trasferiti per ritrovare la pace.<ref name=CascinaVianello>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/20/Cascina_Vianello_due_passi_Arcore_co_0_96092013738.shtml Cascina Vianello a due passi da Arcore]'', ''Corriere della Sera'', 20 settembre 1996, p. 35.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''}} L'idea di fondo è di situare la storia su piani diversi, non importa se pubblici o privati, se realistici o puramente immaginari. L'importante è che le sequenze siano montate seguendo una partitura musicale e che a ogni momento di sentenziosità clinica o di drammaticità ne corrisponda uno di decostruzione retorica e satirica. [...] quando i medici vengono a contatto coi pazienti o con gli infermieri scaturiscono scintille, reazioni improprie e incontrollate, errori, sarcasmi e diagnosi da brivido.<ref>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2003/aprile/05/ironia_dei_medici_Mtv_co_0_030405192.shtml L'ironia dei medici di Mtv]'', ''Corriere della Sera'', 5 aprile 2003, p. 39.</ref>
*L'intuizione di Casaleggio padre è stata proprio quella di mettere in connessione sulla Rete persone «inattive e frustrate», dando loro il movimento che gli mancava, il [[Movimento 5 Stelle|M5S]]. Adesso però finiscono per essere troppo attivi.<ref>Da ''[http://www.corriere.it/padiglione-italia-grasso/17_aprile_08/de-masi-parla-lavoro-teorizza-l-ozio-e614e850-1c94-11e7-a92d-71d01d371297.shtml De Masi parla di lavoro (e teorizza l'ozio)]'', ''Corriere.it'', 9 aprile 2017.</ref>
*La comicità vera di "[[Cascina Vianello]]" nasce proprio dall'impatto fantasioso con il nuovo ambiente in cui i due si sono trasferiti per ritrovare la pace.<ref name=CascinaVianello>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/20/Cascina_Vianello_due_passi_Arcore_co_0_96092013738.shtml Cascina Vianello a due passi da Arcore]'', ''Corriere della Sera'', 20 settembre 1996, p. 35.</ref>
*La disputa più avvincente era questa: la famosa coppia Arbore-Boncompagni non lavorava più insieme e in molti credevamo (critici ben più titolati di me) che la «tv intelligente» fosse prerogativa del primo e il suo contrario del secondo (senza capire che quella spudoratezza stilistica stava cambiando la tv, nel suo profondo). E poi i giornali erano pieni della cerimonia che ogni giorno si ripeteva davanti agli studi della Safa Palatino, a Roma. Centinaia di ragazze che aspiravano a far parte del cast, madri agguerrite che cercavano di imporle o di trascinarle via, interventi di psicologi e sociologi, il ''Telefono Azzurro'' bollente. Difficile non tenerne conto.<ref name=Nonelarai/>
*«La pupa e il secchione» è il trionfo della rassegnazione: salvo i concorrenti, sono tutti rassegnati. Anche noi. Rassegnati a [[Enrico Papi|Papi]], rassegnati a [[Paola Barale]], rassegnati a questa [[Televisione|tv]].<ref name=papi/>
*[...] la serie [di ''[[Gomorra - La serie|Gomorra]]''] ha questo di sconvolgente: l'inchiesta di [[Roberto Saviano]] raccontava il male generato dalla criminalità organizzata; qui, invece, il male perde i contorni rassicuranti dell'estraneo e ne acquista di più familiari, quelli che ci appartengono. Tutto ciò è merito della scrittura capace di trasformare le vele di Scampia in una lunga veglia nelle tenebre, in un'intollerabile monotonia del male.<ref name=gomorra/>
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*Non capisco come [[Gerry Scotti]], dopo aver accettato (immagino non per beneficenza) di condurre tre o quattro programmi, di dirigere una radio, di fare il testimonial per più ditte, possa lamentarsi di essere sfruttato da Mediaset. Ha persino confessato di essere ricorso alle vie legali per mettere un freno a questa sovraesposizione. Naturalmente la confessione è avvenuta durante la presentazione alla stampa di un suo nuovo programma, «Paperissima».<ref name=bonolis>Da ''[http://www.corriere.it/spettacoli/10_dicembre_19/grasso_fil-di-rete-alibi-bonolis-scilipoti-radio_fa61a9aa-0b49-11e0-bf9a-00144f02aabc.shtml Gli alibi di Bonolis e Scilipoti alla radio]'', ''Corriere.it'', 19 dicembre 2010.</ref>
*Non capisco come [[Paolo Bonolis]], quello di «Ciao Darwin» e di «Chi ha incastrato Peter Pan?», possa andare in un'università a dire che certa tv ha contribuito a corrompere il nostro Paese. Lui dov'era? Ma, ancora di più, non capisco come il pubblico degli studenti – un incontro promosso da Sinistra universitaria alla Statale di Milano – scenda in piazza a protestare contro la [[Mariastella Gelmini|Gelmini]] e, intanto, si beva gli alibi di Bonolis.<ref name=bonolis/>
*«Non è la Rai» è stata una trasmissione che ha rappresentato uno spartiacque: nel modo di fare televisione, nel modo di vederla, nel modo di rappresentare la spensieratezza. Ma è stata anche la trasmissione con cui una generazione di ragazze e ragazzi ha chiuso il suo rapporto con il mezzo. Per questo, a rivederla, conserva i caratteri di una grande festa e insieme di un lungo addio. Internet avrebbe spento ogni desiderio di rispecchiarsi in quel totem domestico così "arcaico". In apparenza, sembrava un programma senza copione, senza regia (come poi sarebbe stata tanta televisione a venire), in realtà Gianni Boncompagni è stato uno dei primi registi a capire che la televisione bastava a sé stessa, che era in atto un processo di disintermediazione, che [[Ambra Angiolini|Ambra]] sarebbe stata più interessante di Enrica Bonaccorti o di Paolo Bonolis. Bastava crearle le condizioni di esprimersi direttamente ai suoi coetanei.<ref name=Nonelarai/>
*Per tutti gli anni '60 e '70, [[Walter Cronkite|Cronkite]] ha incarnato l'esempio di giornalismo anglosassone: controllare il potere stando dalla parte della gente, acquisire grande credibilità, ascoltare sempre più campane, separare i fatti dalle opinioni ma in una versione nuova, televisiva. L'anchorman è la guida dello spettatore nella selva delle notizie, è il suo punto di riferimento, la sua luce nella notte. Di più: Cronkite era l'informazione televisiva; grazie a lui il mezzo, in quanto a stima, ha fatto passi da gigante.<ref>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/luglio/19/uomo_piu_fidato_America_Che_co_8_090719033.shtml ''«L'uomo più fidato d'America» Che pianse per la morte di JFK''], ''Corriere della sera'', 19 luglio 2009, p. 10.</ref>
*[[Pif]] è l'unico intervistatore che quando fa le domande ride di gusto. Tanto che un intervistato, un simpatico disagiato mentale, gli dice: «Tu potresti essere uno dei nostri». Pif è l'unico intervistatore che fa le domande e le accompagna con i sottotitoli, per paura che lo spettatore non capisca. Pif è l'unico intervistatore che al termine della sua inchiesta ammette candidamente: «Quel che ho capito è che c'è molto da capire». <ref name=ment/>