Gino Monaldi: differenze tra le versioni

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*[...] la potenza vocale del [[Luigi Lablache|Lablache]] risultava così esuberante, l'impressione che produceva sul pubblico era così stupefacente che le voci dei suoi compagni insigni, compreso il Galli<ref>[[Filippo Galli (basso)|Filippo Galli]].</ref>, rimanevano schiacciate dal vivo ricordo di quel suo formidabile suono. (cap. I, p. 22)
 
*Le voci tanto della [[Giuditta Pasta|Pasta]] quanto della [[Maria Malibran|Malibran]] avevano una estensione straordinaria. Da un ''la'' sotto le righe esse potevano salire fino a un ''do diesis'' e magari a un ''re'' acuto, estensione che permetteva loro di cantare a vicenda e con uguale disinvoltura la musica di soprano e quella di contralto. (cap. II, p. 26)
 
*Il [[Gilbert Duprez|Duprez]], allievo dell'illustre Choron<ref>Alexandre-Étienne Choron (1772 – 1834), musicologo e pedagogista francese.</ref>, riuscì uno dei più famosi tenori del mondo, unicamente con la forza indomabile della sua volontà. La natura non lo aveva infatti troppo favorito: la sua voce era debole e sorda di timbro (ciò che chiamasi, in francese, ''une voix sombrée''); ebbene, egli arrivò, a furia d'ingegnosi espedienti, a renderla forte, intensa, robustissima. (cap. IV, p. 66)