Francesco Guccini: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Francesco Guccini==
*{{NDR|Riferendosi agli inizi della sua carriera}} [[Jacques Brel|Brel]], [[Georges Brassens|Brassens]], [[Bob Dylan|Dylan]]... Con loro in mente, andavo all'impronta. "Dio è morto" non l'ho scritta avendo riferimenti discografici. L'ho fatta per me.<ref name=Pedrinelli>Citato in Pedrinelli, p. 147.</ref>
*{{NDR|Parlando di [[Fabrizio De André]]}} Ci siamo conosciuti perché era reciproca la curiosità. Capitò a Bologna, sarà stato il '66 [...] Addirittura avevamo pensato di fare, se non una tournée, un concerto assieme. Sarebbe stato "epocale" (si fa per dire, insomma). E poi per vari motivi non se n'è mai fatto niente. Lui disse anche: «...Sì, mi piacerebbe moltissimo eccetera, ma poi tu parli tanto, io invece non dico mai niente, non vorrei fare brutta figura...» Lui non diceva mai niente durante gli spettacoli.<ref group="fonte">Dall'intervista di [[Vincenzo Mollica]] nel programma televisivo ''Speciale TG1'', Rai 1. [http://www.youtube.com/watch?v=49cIOI7McXM Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
*[...] ho una mia [[religione|religiosità]] molto vaga, molto panteistica, per cui mi piace pensare di rincontrare tante persone che nel frattempo hanno deciso di andarsene prima di me. Io sono invece intenzionato a rimanere qua il più possibile, naturalmente. Sono quelle idee un po' romantiche; se ragiono freddamente dico che è impossibile, ma se lascio andare la fantasia... Sono sicuro in qualche modo di rincontrarle.<ref group="fonte">Da ''Stagioni'', a cura di Valentina Pattavina, Einaudi, 2000, p. 31.</ref>
*Io e [[Giorgio Gaber|Giorgio]] e eravamo accomunati da un forte rispetto reciproco, ma fra noi c'erano profonde differenze. Lui era un "borghese" di Milano, io, pur essendo nato a Modena, sono un montanaro. E poi, il ragionier Gaberscik e il maestro elementare Guccini. Due modi diversi di vedere le cose. E anche se poi ci siamo sempre trovati molto bene insieme, credo che queste differenze si notino.<ref name=Pedrinelli/>
*L'uomo, non tutti per carità, guarda pochi metri accanto a sé. E si scorda presto. La storia è maestra di pochi. Insegna poco davvero, a noi italiani. Siamo partiti con le pezze al culo, e adesso ci dimentichiamo che chi viene qui ha la stessa faccia di noi cento anni fa. Ecco, Odysseus su questo avrebbe qualcosa da dire.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/4/81725/Guccini:_La_storia_%C3%A8_maestra_di_pochi.index.html Guccini: "La storia è maestra di pochi"]'', ''Gazzetta di Parma.it'', 6 aprile 2011.</ref>
*{{NDR|Riferito alle possibili conseguenze della [[Pandemia di COVID-19 del 2019-2020|pandemia di CovidCOVID-19]]}} La storia non insegna mai niente. Anche dopo l'11 settembre si diceva che sarebbe cambiato tutto, ma non è cambiato nulla. Gli uomini non imparano. È nella natura umana dimenticarsi presto delle tragedie passate per riprendere la vita di sempre.<ref>Dalla trasmizzione radiofonica ''Un giorno da pecora''; citato in ''[https://www.rollingstone.it/musica/news-musica/francesco-guccini-dopo-il-coronavirus-non-cambiera-nulla/512229/ Francesco Guccini: «Dopo il coronavirus non cambierà nulla»]'', ''RollingStone.it'', 14 aprile 2020.</ref>
*{{NDR|Su ''La mia generazione ha perso'' di Giorgio Gaber}} Mio padre si è fatto due anni di servizio militare, due anni di guerra d'Africa e cinque anni di guerra mondiale: di cui due in campo di concentramento. Ecco, la sua era una generazione che aveva perso, essendo cresciuta durante il fascismo. Noi, bene o male, siamo invece riusciti a fare le nostre cose. Anche più dei giovani di oggi, che non hanno mai lavoro sicuro. La nostra generazione è stata abbastanza fortunata, ha trovato spazio, possibilità, modo di esprimersi. Non ha perso. Anche se, forse, quel concetto veniva solo da un momento di pessimismo di Giorgio. Solo, ho il rimpianto di non averglielo mai chiesto.<ref>Citato in Pedrinelli, p. 148.</ref>
*Nel 1964 era uscita ''Auschwitz'', nel 1966-67 ''Dio è morto'' e all'epoca ricordo che ci incontravamo in un appartamento di amici, che era stato liberato dai genitori ed era stato battezzato "Folkstudio", dove ci trovavamo certe sere alla settimana a suonare e a discutere. Cantavamo canzoni anarchiche di fine Ottocento, inizi Novecento, come quelle di [[Pietro Gori]].<ref group="fonte">Da [https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/01/31/news/francesco_guccini_il_mio_68_sognando_dylan_e_i_provos_-187742521/ ''Francesco Guccini: "Il mio '68 sognando Dylan e i Provos"''], ''Rep.repubblica.it'', 31 gennaio 2018.</ref>
*Ogni [[Opera d'arte|opera]] – sia una canzone, sia una poesia, sia un libro, un romanzo etc. – va per il mondo... e ognuno ha il diritto di interpretarla come vuole. Non è che il pensiero dell'autore sia necessariamente il pensiero giusto; non c'è un pensiero giusto: ci sono vari modi di interpretare una cosa, un pezzo, una frase...<ref group="fonte">Dal programma televisivo ''Che tempo che fa'', Rai 3, 11 febbraio 2006. [http://www.youtube.com/watch?v=odm9mVnBpCM Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>