Archetipo: differenze tra le versioni

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*La tua domanda relativa alla sincronicità e alle idee di riferimento è molto interessante. Spesso ho trovato che le esperienze sincroniche sono state interpretate dagli schizofrenici come deliri. Dal momento che le situazioni archetipiche non sono infrequenti nella schizofrenia, dobbiamo anche supporre che i corrispondenti fenomeni sincronici che si verificano seguono esattamente lo stesso corso come con le cosiddette persone normali. La differenza sta semplicemente e solamente nell'interpretazione. L'interpretazione schizofrenica è morbosamente stretta, perché è in gran parte limitata alle intenzioni di altre persone e al proprio ego-importanza. L'interpretazione normale, per quanto ciò è possibile a tutti, si basa sulla premessa filosofica della simpatia di tutte le cose, o qualcosa del genere. [...] Se le [[sincronicità]] si verificano in questi casi è perché una situazione archetipica è presente, ogni volta che gli archetipi sono costellati troviamo manifestazioni dell'unità primordiale. Così l'effetto sincronico non va interpretato come psicotico ma come un fenomeno normale.
*Però in [[Platone]] si dà un'enorme importanza agli archetipi, quali idee metafisiche, «paradigmi» o modelli, mentre gli oggetti reali sono trattati alla stregua di semplici copie di questi modelli ideali. La filosofia medievale, dai tempi di [[Sant'Agostino|S. Agostino]] – dal quale ho preso l'idea di archetipo – fino a Malebranche e a Bacone, segue ancora le orme di Platone. [...] Da [[Cartesio]] a [[Malebranche]] in poi, il valore metafisico dell'idea o archetipo va gradatamente deteriorandosi. L'idea diventa un «pensiero», una condizione gnoseologica interna, come dice chiaramente [[Spinoza]] [...] Infine [[Kant]] riduce gli archetipi a un numero limitato di categorie della conoscenza.
*Tutte le idee più potenti della storia si rifanno agli archetipi.
 
===[[Marie-Louise von Franz]]===