Marco Tabarrini: differenze tra le versioni

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*Editore e direttore delle opere che di mano in mano uscivano dal suo Gabinetto, {{NDR|Vieusseux}} a tutto provvedeva con meravigliosa prontezza e avvedimento. Quello che di più degno negli studi e nelle istituzioni educative si tentò in Toscana in questi ultimi quarant'anni, si deve in gran parte alla sua opera e ai suoi consigli. E chi non lo crede, volga gli occhi indietro, e ci mostri in Firenze alito fecondo di vita intellettuale che non derivasse da lui. (p. 67)
 
*[...] gli otto anni che il [[Carlo Milanesi|Milanesi]] stette nell'Accademia {{NDR|fiorentina delle belle arti}} non furon perduti né per lui né per gli studi suoi. Fece amicizia con molti artisti, allora giovani e promettenti, oggi in fama di scultori e di pittori egregi;<ref>Fra questi vanno nominati il [[Giovanni Dupré|Dupré]] e Luigi Mussini. {{NDR|N.d.A.}}</ref> e con loro {{sic|si piaceva}} discorrere le ragioni dell'arte, aiutandoli del suo sapere storico nelle artistiche composizioni e del suo gusto nella esecuzione. Queste dolci consuetudini gli valsero molti conforti nella vita, e gli crebbero la passione che ebbe sempre vivissima d'illustrare la storia delle arti italiane, non con astruserie metafisiche, ma stampandone i documenti reconditi e rari. (pp. 109-110)
 
*Carlo Milanesi era d'aspetto franco e geniale, e l'anima gli traspariva dagli occhi vivissimi; l'ingegno aveva pronto insieme e paziente d'ogni più umile lavoro; i modi semplici e casalinghi. Allo stile facile e pulito non cercò ornamenti artificiosi, ma l'uso delle scritture antiche gli dette una venustà naturale e scorrevole, come acqua limpida derivata da pura sorgente. (p. 114)