Marco Tabarrini: differenze tra le versioni

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*[...]] il [[Giovan Pietro Vieusseux|Vieusseux]] era veramente nato fatto per essere capitano, e un sicuro istinto lo guidava anche dove gli avrebbe fallito la dottrina. Egli, che poco sapeva di lettere, riusciva, forse appunto per questo, a tenere in accordo gli umori diversi dei letterati; e con sottile acume giudicando delle attitudini di ciascuno, incorava tutti a fare, mostrava la via, rompeva gli ostacoli, conciliava tutto e a tutto trovava compensi. Von l'''Antologia'' egli aprì libero campo alle prove di tutti; e quel giornale si levò presto colla critica e colla erudizione ad un'altezza, che neppur da lungi avean toccato le effemeridi che lo avean preceduto. (p. 65)
 
*Editore e direttore delle opere che di mano in mano uscivano dal suo Gabinetto, {{NDR|Vieusseux}} a tutto provvedeva con meravigliosa prontezza e avvedimento. Quello che di più degno negli studi e nelle istituzioni educative si tentò in Toscana in questi ultimi quarant'anni, si deve in gran parte alla sua opera e ai suoi consigli. E chi non lo crede, volga gli occhi indietro, e ci mostri in Firenze alito fecondo di vita intellettuale che non derivasse da lui. (p. 67)
 
*Il [[Pietro Capei|Capei]] portava con sé riputazione di sapere, coscienza scrupolosa nell'adempimento del proprio ufficio, severità per le discipline scolastiche. Il modo suo d'insegnare, sulle prime, non avea nulla di attraente; arido nella forma, dogmatico e dottrinale nella sostanza, chiuso nella precisione delle formule dei romani giureconsulti, sembrava fatto per mortificare le fantasie giovanili. Ciò non di meno i giovani lo seguivano con amore, poiché presto si avvedevano che quel paziente tirocinio conduceva ad una perfetta cognizione del diritto romano; e che decifrando con diligenza quelle lezioni pienissime di dottrine giuridiche e di illustrazioni storiche, la mente era nutrita di cose e non pasciuta di parole. (pp. 145-146)