Antonia Liskova: differenze tra le versioni

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{{Int|Da ''[https://www.vanityfair.it/show/cinema/2020/08/03/antonia-liskova-intervista-sacrificio-carriera-lallieva-gossip "Antonia Liskova: «Il senso del sacrificio che mi ha salvato la vita»"]''|Intervista di Mario Manca, ''vanityfair.it'', 3 agosto 2020.}}
*{{NDR|SulleSulla [[Slovacchia]], sua terra natale}} L’essere umano che sono oggi lo devo a quel luogo, al lavoro e ai sacrifici dei miei genitori, che facevano gli operai. Il senso del sacrificio mi ha salvato la vita.
*Per quasi due anni ho lavorato come modella a Milano e lì conobbi una ragazza che voleva diventare attrice. A me, però, non interessava, vedevo quello che facevo come un mezzo per guadagnare e aiutare me stessa e la mia famiglia. Non avevo nessun tipo di ambizione o velleità artistica, semplicemente fare la modella mi dava più soldini rispetto a fare la cameriera. A un certo punto questa ragazza, che aveva un’agenzia di attori a Roma ed era anche lei dell’Est, mi chiese di accompagnarla per fare un provino per il ruolo di una spia russa – il film era ''Game Over'', con [[Alessandro Gassman]]. Dopo che finì mi chiesero di entrare e scoprii che stavano proprio cercando un profilo come il mio, un po' mascolino.
*Vengo da un piccolo paesino di campagna, tutto una fattoria, e, se da una parte ho eredito l’amore per i boschi e gli animali, dall’altra c’era qualcosa che mi disturbava. A un certo punto è nata in me una vera e propria ribellione verso qualsiasi cosa: volevo stare in città, staccare i fili con i miei genitori. Non mi piaceva nemmeno parlare con le mie amiche: se passava una macchina bella le altre fantasticavano sull’uomo che avrebbero voluto sposare per averla, io pensavo che la macchina me la sarei voluta comprare da sola. Quando ho cominciato a odiare qualsiasi sassolino di quel posto ho capito che dopo la scuola sarei dovuta andata via.