Atto Vannucci: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Luisa Sanfelice
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*Caduto in disgrazia, e ritiratosi a Napoli, {{NDR|Fabrizio Ruffo}} ottenne dal re l'intendenza della casa regale di Caserta, e nei tristi tempi che allora correvano fu con le sue scaltrezze scellerato strumento di dispotismo. Spiava i fatti e i detti di tutte le persone sospette, e ne informava la regina, la quale lo premiò, come usava con le altre ''persone di merito'', e lo fece cavaliere di san Gennaro. (vol. I, cap. IV, p. 33)
 
*Appena ristabilito il dispotismo, essa {{NDR|[[Luisa Sanfelice]]}} fu rinchiusa in un orrido carcere, e per la legge che diceva rei di morte ''tutti coloro che in modo decisivo avessero dimostrata la loro empietà verso la sedicente Repubblica'', fu condannata a morire. A questo terribile annunzio, ella disse di esser gravida; e trovato ciò vero, fu sospeso il supplizio. Il re ne mosse aspro rimprovero ai giudici dicendo essere la gravidanza una favola inventata per sottrarsi alla pena. A malgrado di un nuovo esame che dette ai medici la certezza del fatto, il re non contento ordinò che la sventurata fosse condotta in Sicilia per essere visitata dai medici della corte. Anche questi accertarono la gravidanza; e la Sanfelice fu chiusa in prigione a Palermo per aspettare il parto, e dopo quello salire al patibolo.<br>E il tristo momento giunse alla fine: ella partorì, e non valsero neppure le preghiere della reale famiglia a piegare l'animo feroce del re a favore della misera donna. (vol. I, cap. XX, pp. 165-166)
 
*Queste {{NDR|dopo aver descritto l'ostinato rifiuto di concedere la grazia a Luisa Sanfelice}} sono le opere scellerate dal fedifrago [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando Borbone]], maledetto da migliaia di vittime, figurato sotto le sembianze di Minerva da Antonio Canova, posto dall'astronomo Piazzi nel cielo, e al dire di una medaglia di bronzo, ''restituito per la divina Provvidenza nel Regno'', nel quale lo vedremo in appresso tradire le promesse giurate sui santi Evangeli, e ferocemente flagellare gli uomini della generazione novella, i figliuoli dei vecchi uccisi per aver fidato nella santità dei trattati. (vol. I, cap. XX, p. 167)