Adolfo Venturi (storico dell'arte): differenze tra le versioni

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→‎La pittura del Cinquecento: altra su Giuseppe Porta
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*L'arte di [[Giuseppe Porta]], che si acclimatò all'ambiente veneto più di quella di ogni altro artefice toscano, si muove tra inevitabili incertezze, perdendo talora ogni impronta personale in un fiacco ibridismo, spesso cadendo nella freddezza dell'esercizio accademico, per raggiungere solo di rado – ad esempio nei tondi della biblioteca Marciana e nella pala dei Frari –, e anche qui non interamente, la coerenza stilistica, necessaria alla creazione di una perfetta opera d'arte. (vol. IX, parte VII, p. 426)
 
*Artista dotato, egli {{NDR|Giuseppe Porta}} dà una sua interpretazione blanda e un po' esteriore alle tendenze pittoriche dei Veneti: un senso di misura lo trattiene dal gareggiar con l'audace cromatismo di Paolo {{NDR|Veronese}} o con le magie luministiche del Tintoretto, e lo conduce ad attenuarne gli effetti, ad ammorbidirli. Rimane accanto ai maestri veneti come un raffinato e un virtuoso che ne ami l'arte trascinatrice, non certo come un creatore, e la sua toscana eleganza fa sbocciare talora dalla monotona biondezza de' suoi quadri qualche fioritura improvvisa di rorido e accarezzato colore. (vol. IX, parte VII, p. 426)
 
====''La scultura del Cinquecento''====