Giorgio Manganelli: differenze tra le versioni

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==''Concupiscenza libraria''==
*[[Piero Camporesi|Camporesi]] è lettore malizioso di testi secenteschi, e anche, direi, scrittore di testi di quel secolo. E fra quei testi, predilige i predicatori, i naturalisti, descrittori barocchi di una natura barocca, i medici, i cronisti; questi ultimi perché mescolano la vocazione dei cronisti della «nera» – nel senso attuale – e degli agiografi devoti di miracoli e mostruosità. (p. 81)
*I documenti di cui il [[Menocchio]] fu sottoposto ed una paziente, poliziesca indagine tra i libri, i documenti, le testimonianze di quel secolo religiosamente sconvolto consentono di tracciare un profilo, contraddittorio e faticoso, ma quanto intenso, di questo mugnaio, filosofo «villano», ostinato a indagare il mondo con quel suo cervello accanito e fantasioso, di poche letture, di nessuna speranza terrena; una figura solitaria, che alla fine, capisce che la sua ostinazione a pensare lo condurrà alla morte, che tuttavia non sembra vivere con la superbia del martirio per la verità. (pp. 104-105)
*Il [[Menocchio]], questo mugnaio vestito, come usano quelli del mestiere, di panni bianchi, è un uomo perseguitato da una disperata volontà di filosofare del mondo; una sorta di selvatico cruccio mentale, che lo fa irto e aggrovigliato nel discorso, ma che gli dà una piagata nobiltà di essere pensante, ignota ai suoi colti, ironici inquisitori, i vicari del vescovo, gli uomini del [[papa Clemente VIII]], i minuziosi sicari dell'ortodossia. (p. 105)