Guido Piovene: differenze tra le versioni

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*È un accento che spesso ho udito risuonare a Napoli in diversa forma. Un incanto nel vivere, unito però al sottinteso che il vivere ha per se stesso qualche cosa di doloroso. Si ha una specie di pendolo tra quell'incanto e quel sottinteso riposto: non si sa mai quale prevalga. (2013, p. 437)
*I bambini, le «creature» brulicano. Anche nei ristoranti medi, pochi sono gli avventori senza i bambini intorno. Napoli è una città allattante e poppante, perpetuamente gravida. Un semidio napoletano è l'amore; nella coscienza popolare, l'amore si redime con la creazione. (2013, p. 432)
*{{NDR|[[Palermo]]}} Il disegno dei monti e degli scogli che circondano il porto, tendenti all'ocra ed al violetto, sulle acque d'un azzurro carico, quale lo si contempla dal Pellegrino, è meno dolce, meno tenero, ma più puro di quello dei monti circondanti Napoli. Come in Grecia, in Sicilia la natura è rimasta ferma a modelli eterni, e hanno mutato invece gli uomini. Il contrasto fa la natura anche più alta e più lontana; l'animo di chi guarda è costretto a una specie di altalena perpetua. (2013, p. 585)
*{{NDR|La [[Reggia di Caserta]]}} Il fascino di questa Versailles del Napoletano [...] viene per me soprattutto da un certo che di gratuito e di favoloso che emana da questo palazzo di grandezza sproporzionata sorgente in mezzo a una piatta pianura: esiste, lo abbiamo già detto, un [[surrealismo]] napoletano ''avant-lettre'', che nacque dal fasto teatrale di Napoli: e che consiste nel campare grandi fantasie architettoniche dove meno si aspettano. Lo stesso parco, attraversato dalle acque ricadenti da un monticello, poi scorrenti in lieve pendìo di bacino in bacino, interrotte da gruppi bianchi di grandi statue, animali, divinità, venti che gonfiano le gote, Atteone mutato in cervo e sbranato dai cani, è una fantasia macroscopica, in cui tutto sembra essere un po' più grande del giusto; questo genera un turbamento dell'immaginazione, che i [[barocco|barocchi]] chiamavano la meraviglia. È chiaro il desiderio di superare in fasto le grandi regge europee e le grandi metropoli; il contrasto tra questo sogno e la realtà dell'ambiente fa sì che quella di Caserta, ben più di quella di Versailles, sia una reggia di fantasia. (2013, pp. 493-494)
*Il maggiore strumento che rimane per farsi valere ai paesi europei è la loro vecchia cultura. La nostra classe politica non mostra d'esserne convinta. [...] Il rischio dell'Italia è di entrare nel numero dei popoli di cultura bassa, giacché è possibile essere intelligenti e di cultura bassa. (2013, p. 865)
*Il nostro paese non è inferiore a nessuno per il numero degli ingegni e per la qualità dell'intelligenza allo sgorgo. Ma quell'intelligenza riesce difficilmente a prendere un valore politico e un prestigio politico, e raramente emette voci che trascinano seco un interesse universale. In nessun altro paese come da noi tutto il campo sembra occupato dagli attivisti d'ogni specie; in nessun altro, quasi per un tacito accordo di affaristi e {{sic|sociologhi}}, è così radicata la convinzione che contino solo i problemi di denaro e di cibo. (2013, p. 863)
*{{NDR|Sull[...] l'[[Arco di Traiano (Benevento)|Arco di Traiano]]}}, Ilforse il più bello e armonioso degli archi romani esistenti, più bello di quelli di Roma. Ed è anche un arco stranamente moderno, poiché si vede nei bassorilievi Traiano dedito ad opere sociali ed assistenziali. (2013, p. 497)
*Il rigore del paesaggio toscano emerge in plaghe dove, come intorno a Siena e a Volterra, la creta biancastra traluce tra le vegetazioni, fissando come nel diamante i contorni di un paesaggio netto, duro e supremamente perfetto. Dunque un paesaggio intellettivo, imbevuto d’intelligenza, che sembra pensare esso stesso intorno all’uomo nella maniera più alta. (2017, p. 530)
*L'attaccamento alla Contrada non ha nulla a che fare con le idee, col partito politico, con gli interessi. Dipende in modo esclusivo dal luogo di nascita, dall'atavicità, da tutto quello insomma che è prenatale; non è pensiero, ma passione contratta con il semplice venire al mondo. L'uomo di [[Siena]] sente più profondo di tutto, di fronte alla propria Contrada, quello che fu chiamato «il demone di appartenenza». (2007, p. 387)
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*L'Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo, le [[Marche]] dell'Italia. (2013, p. 508)
*La bellezza di [[Napoli]] cresce di giorno in giorno, di settimana in settimana, via via che scopre i suoi segreti. Finché si giunge a intendere che veramente è questo il più bel golfo della terra. (2013, p. 430)
*La [[Calabria]] sembra essere stata creata da un Dio capriccioso che, dopo aver creato diversi mondi, si è divertito a mescolarli insieme.
*La [[Basilicata|Lucania]] è una parte del Sud, che soffrì in modo acuto l'isolamento, la lunghissima decadenza, la terra ingrata. [...] Numerosi paesi ricevettero l'acqua e la luce solo dopo il 1945, ed altri solo negli ultimi anni la strada; statistiche recenti indicavano come analfabeta una buona metà della popolazione. Tuttavia la Lucania produce numerosi ingegni, alcuni di grande rilievo. Possiede in abbondanza le virtù che diremo antiche, essendo laboriosa, volitiva, tranquilla, con un profondo sentimento della famiglia. (2007, pp. 737-738)
*La splendida [[Biblioteca Malatestiana|biblioteca malatestiana]] di Cesena è il cuore della cultura della Romagna. Costituita, a metà Quattrocento, per ordine di Novello Malatesta sul fondo di una più antica biblioteca conventuale, nella scia di quella di San Marco a Firenze, è una perfetta creazione del genio del Rinascimento. Non solamente per i codici corali miniati, incunaboli di gran pregio ch'essa con­tiene, ma per la stupenda sala, opera di Matteo Nuti, scolaro dell'[[Leon Battista Alberti|Alberti]]. Col tempio malatestiano di Rimini, con il [[Palazzo Ducale (Urbino)|palazzoPalazzo ducaleDucale di Urbino]] e con i più tardi palazzi degli Estensi a Ferrara è quanto di più puro ci abbia dato quel secolo in cui la cultura toccò l'estremo punto della raffinatezza. [...] Appare, la meravigliosa sala, con due file di colonne in fuga prospettica e i muri cui il tempo ha dato sfumature verdi e rosee. Difficile associare più distillata purezza a più slancio di fantasia. (2013, p. 319)
*La Toscana è tra le regioni del mondo più famose per la loro bellezza. È un luogo comune parlare della dolcezza e della grazia dei suoi paesaggi. Le valli intorno a Firenze, nel Pistoiese, in Lucchesia e altrove, con i loro giochi d’olivi chiari e di cipressi scuri, hanno una veste incantevole che sa di pittura e di prospettiva artistica, Pure, ad osservarla bene, la dolcezza non è la più intima caratteristica della terra toscana, come invece dell’Umbria. Anche nelle parti più amene, quali la valle del Mugello ed il Chianti, sotto l’involucro grazioso si scopre una precisione, una purezza di contorni, uno scarno rigore di disegno: mentre l’occhio si incanta sulla dolcezza delle prime apparenze scivola dentro l’animo una lezione più severa. La bellezza toscana è una bellezza di rigore, di perfezione, talvolta di ascetismo sotto l’aspetto della grazia. (2017, p. 530)
*Napoli non è una città per puristi. Vedo una chiesetta barocca, che porta a metà altezza la statua di un angelo, e si prolunga sul medesimo piano con la finestra e il balconcino di una casa senza pretese. Al balconcino sta una donna, gomito a gomito con la statua dell'angelo; questa è veramente Napoli; si abbatta la casa e il balcone, e anche la chiesa sarà divenuta scipita. In tutte le città, ma a Napoli specialmente, risulta evidente che l'arte non è fatta soltanto di quelle che chiamiamo opere d'arte. (2013, p. 433)