I promessi sposi: differenze tra le versioni

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*C'è talvolta, nel volto e nel contegno d'un uomo, un'espressione così immediata, si direbbe quasi un'effusione dell'animo interno, che, in una folla di spettatori, il giudizio sopra quell'animo sarà un solo. ([[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo IV|cap. IV]])
*È uno de' vantaggi di questo mondo, quello di poter [[odio|odiare]] ed esser odiati, senza conoscersi. ([[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo IV|cap. IV]])
*Queste{{NDR|Al cosefratello nondel fanno"soverchiatore" piùucciso perprima me;di mafarsi nonfrate saràe maida ch'iocui rifiutiaveva iottenuto suoiil doni.perdono}} Io sto per mettermi in viaggio: si degni di farmi portare un [[pane]], perché io possa dire d'aver goduto la sua [[carità]], d'aver mangiato il suo pane, e avuto un segno del suo [[perdono]]. ([[fra Cristoforo]]: [[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo IV|cap. IV]])
*{{NDR|A [[Renzo}} Tramaglino|Renzo]] Non rivangare quello che non può servire ad altro che a inquietarti inutilmente. ([[fra Cristoforo]]: [[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo V|cap. V]])
*{{NDR|Al Podestà}} Sa lei, signor mio, come la pensi l'imperatore, in questo momento? Crede lei che non ci sia altro che Mantova a questo mondo? le cose a cui si deve pensare son molte, signor mio. ([[conte Attilio]]: [[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo V|cap. V]])
*«Senza esempi non si fa nulla.» ([[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo V|cap. V]])