Gesualdo Bufalino: differenze tra le versioni

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*[[Rodion Romanovič Raskol'nikov|Raskolnikov]] rivede in sogno la stanza dell'usuraia e vi sente una mosca ronzare. È lui la mosca fra quattro mura, che la tarantola Porfirio, gran poliziotto d'anime, aspetta nella sua tela. Ma il giovane egolatra, erede di Sorel e Rastignac nel teorizzare il napoleonico diritto al delitto, finirà pubblico penitente sulla piazza Sennaja ed ergastolano redento fra i reietti più reietti della terra. (p. 246)
*Svegliarsi una mattina cambiati in un sozzo insetto, e a chi non è successo una volta? [[Gregor Samsa|Gregorio Samsa]], dunque, se ne stupisce meno che non ne soffra. Gli toccherà assuefarsi a convivere con questa infezione nascosta, esiliarsi nella vergogna delle sue inette e striscianti zampine, finché la morte non lo consoli: metafora di uno stato di alienità e solitudine senza speranza, da cui si leva, fra macchie di escrementi e bave, pietosamente un'implorazione. (p. 371)
*La famiglia, la chiesa, la patria: triplice odiosamato Minotauro a guardia del labirinto dove il [[Stephen Dedalus|giovane artista]], guardando il cielo, prova in segreto le sue ali di cera. Né saprà mai cancellarsi appieno dallo spirito, anche quando avrà rifiutato di pregare al capezzale della madre morente, quelle stimmate aquinati e cattoliche, o il ricordo della folla in preghiera ai funerali di Parnell. Per intanto egli cresce fra sozzure ed estasi, nere pozze di vita e ineffabili epifanie, ignaro ancora se il suo destino avrà nome dal martirio di Stephen o dall'evasione di Dedalo. O se l'aspetta in fondo alla via una lapide con su scritto: Stefano Icaro. (p. 393)
 
==''Il malpensante''==