Gesualdo Bufalino: differenze tra le versioni

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*[[Lemuel Gulliver|Gulliver]]. L'uomo sulla terra, e la sua fisima pazza di credersi la misura di tutte le cose... il suo risibile smaniare dietro nuvole e ombre di nuvole... Sballottato dalla splendida atrabile del [[Jonathan Swift|Decano irlandese]] a visitare, 150 anni prima di [[Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie|Alice]], un mondo di meraviglie, Lemuel Gulliver esperisce non senza qualche britannico ''understatement'' la sconcertante relatività delle sue membra. Presto però il suo viaggio si fa viaggio all'Inferno, diventa parabola e travestimento di una disperazione senza sorriso. (p. 62)
*[[Don Abbondio]]. Personaggio di tragico umore, povera animula prigioniera nella cruna di un secolo di ferro. O còmpiti, passeggiando, il breviario; o conti berlinghe; o legga di misteriosi Carneadi; o bruci, «stoppino umido», alla vampa d'una grande torcia; sempre Don Abbondio offre l'immagine di una quiete in bilico, d'un idillio timido dei nervi su cui sta per schioccare l'imprevisto colpo di frusta della paura: paziente e martire d'un vangelo del mondo che l'[[Alessandro Manzoni|autore]], mentre lo rifiuta, accompagna con un sorriso serio. Come chi (c'è bisogno di aggiungerlo?), in un angolo buio di sé, almeno una volta, se n'è sentito tentare. (p. 138)
*L'[[Innominato]]. Montuoso e solitario, come il suo castello, il brigante innominato. Senza un amico né una donna. Con mani e sogni sporchi di sangue ma, nel cuore, un'«uggia» misteriosa, e insieme un barlume di bene e una nostalgia, come «la rimembranza della luce in un vecchione accecato da bambino» (detto per altri, ma vale per lui). Da qui la sua interminabile notte di passione, la sua doglia impervia e dolorosa, finché, in un'alba di cenere, l'uomo nuovo venga alla luce. Splendida rivitalizzazione d'un usato stereotipo gotico, nel segno di una coscienza religiosa che fra fede e ragione non esita a scegliere entrambe. (p. 145)
 
==''Il malpensante''==