Leonardo Sciascia: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Leonardo Sciascia==
*A pensarci bene, sono poi questi strumenti (l'ironia e il gusto) che impediscono lo scatto verso la grandezza. Un grande artista, un grande scrittore, non ha ironia e non ha gusto; e così anche i grandi momenti della letteratura, dell'arte, sono quelli che mancano di gusto e non sono governati dall'ironia. (citato in Paolo Nifosì, ''Leonardo Sciascia: la passione di un "incompetente"'', in ''La bella pittura''. Cfr ''Leonardo Sciascia e le arti figurative'', catalogo della mostra, Racalmuto 1999, a cura di Paolo Nifosì, Edizioni Salarchi Immagini, Comiso 1999, p. 19)
*Arrivandovi da Gela, da Caltanissetta, da Palermo, Vittoria è come un paese di frontiera: ne ha l'animazione, la mescolanza, l'ambiguità, la contraddizione. Era l'argine contro cui si spegnevano, non senza qualche impennata, le ondate mafiose. E siamo in dubbio vi si spengano ancora, forse più di una breccia in questi ultimi anni si è aperta: ma l'impressione della frontiera ancora oggi, e ogni volta, insorge. O il pregiudizio: ché non soltanto sappiamo di star valicando il confine tra la Sicilia sedicente «sperta» (esperta per greve esperienza, e da quell'esperienza – potremmo ammettere – fatta nel «particulare» circospetta e sottile; non, come s'intende invece affermare, di assoluta intelligenza e di innarrivabile saper vivere) e la Sicilia che da quella «sperta» è definita «babba» (da intendere al meglio come ingenua; ma, più propriamente e correttamente, stupida), ma anche il confine con l'antica contea di Modica, col circondario di Modica: nella Sicilia «babba», che comprende (e meglio sarebbe dire comprendeva) le province orientali di Ragusa, Siracusa, Catania e Messina, una provincia particolarmente «babba»: questa Ragusa in cui s'irraggiava l'antica Contea.<ref>Da ''Fatti diversi di storia letteraria e civile'', Sellerio, Palermo, 1989, p. 14.</ref>
*Carissimo Dino {{Ndr|[[Gesualdo Bufalino]]}}, nell'estrema debolezza in cui sono caduto<ref>La lettera fu scritta, Sciascia già irrimediabilmente malato, il 16 aprile 1989 pochi mesi prima della morte.</ref>, il parlare a telefono mi dà emozione e confusione. Ti scrivo dunque: tanto per farmi vivo (?!). Curiosamente, coi miei pensieri mi pare di stare a fare la punta a una matita: sempre più sottile, sempre più acuta, ma che non serve...<ref name=":0">Citato in [[Francesco Merlo]], ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2019/01/27/news/merlo_sciascia-217619436/ Trent'anni dopo a ciascuno il suo Sciascia]'', ''Rep.repubblica.it'', 27 gennaio 2019.</ref>
[[File:Tomba di Sciascia 3.jpg|miniatura|Epitaffio di Sciascia]]