Giorgio Candeloro: differenze tra le versioni

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===Vol. IV ''Dalla rivoluzione nazionale all'Unità 1849-1860''===
*La nuova rivista dei gesuiti, la "[[La Civiltà Cattolica|Civiltà Cattolica]]", fondata nel 1850, fu l'espressione tipica dell'intransigentismo: sul piano teorico i gesuiti si preoccuparono di tenere distinta la causa del cattolicesimo da quella dei governi reazionari, ma in pratica, poiché la loro polemica si rivolse soltanto contro le correnti politiche innovatrici, di qualunque specie esse fossero, la loro attività tendeva a rafforzare lo schieramento reazionario. (cap. I, p. 28)
*I miti storiografici e letterari, che il romanticismo aveva rinverditi e che fornirono un'impalcatura ideologica al moderatismo italiano prequarantottesco, come l'idea del primato italiano, il neoguelfismo, ecc., ebbero scarsissima presa su [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]], il quale concepiva il [[Risorgimento]] essenzialmente come un movimento destinato a portare a poco a poco l'Italia al livello dei paesi più progrediti d'Europa e concentrava la sua attenzione sul complesso sviluppo economico e sociale di questi paesi e sulle ripercussioni che esso avrebbe necessariamente avuto sull'Italia. (cap. I, p. 126)
*Questa operazione politica {{NDR|il nuovo schieramento politico guidato da Cavour e da Rattazzi}}, passata alla storia col nome di "[[Connubio Rattazzi-Cavour|connubio]]", datogli allora polemicamente dal Pinelli<ref>Pier Dionigi Pinelli (1804–1852), politico italiano, presidente della Camera dei deputati del Regno di Sardegna.</ref>, condizionò lo sviluppo ulteriore della politica piemontese. Da essa derivò, se non proprio un partito, una formazione politica che bloccò le manovre reazionarie dell'estrema destra e rinvigorì le forze liberali. (cap. I, p. 140)