Guido Piovene: differenze tra le versioni

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*Sotto un involucro di sorriso e di bonomia, l'[[Italia]] è diventata il paese d'Europa più duro da vivere, quello in cui più violenta e più assillante è diventata la lotta per il [[denaro]] e per il [[successo]].
*Tra l'azzurro ed il bianco, sul fondo dei colli di un verde opaco, [[Genova]] è misteriosa al modo di [[Londra]], l'altra città europea fatta a compartimenti stagni. La fantasia, dice Stevenson, è stimolata a Londra, perché Londra è un incastro di ambienti segreti l'uno all'altro. L'animo può così giocare al mistero, compiacersi in acrobazie che oggi si direbbero metafisiche, immaginando qui un cinese, qui un baro, una vecchia duchessa, un commerciante di caucciù, un dinamitardo, accostandoli, mescolandoli, ponendoli in rapporti occulti. Congerie di misteri simili non s'incontrano mai nelle semplici città italiane, ma Genova è forse l'unica che susciti la fantasia di retroscena clandestini. Un libro giallo che si svolga a [[Roma]], a [[Venezia]] o a [[Firenze]] ha qualche cosa di incredibile, ma se si svolge a Genova si riesce a credervi (o quasi). E, proprio come Londra, Genova ha la speciale teatralità degli esseri e delle vicende su cui si sente pendere qualche cosa di occulto. (2013, p. 220)
*Un[...] un viaggio inper l'Italia ci porta davanti alla società più mobile, più fluida e più distruttrice d'Europa. [...] Pochi altri paesi sembrano meno legati al loro passato. In nessun altro paese sarebbe permesso assalire come da noi, deturpare città e campagne, secondo gli interessi e i capricci di un giorno. Gli italiani non temano di essere poco «futuristi». Lo sono più degli altri, senza avvedersene,; sebbene questo non significhi sempre essere più avanzati. [...] In nessun altro paese come da noi tutto il campo sembra occupato dagli attivisti di ogni specie; in nessun altro(2013, quasi per tacito accordo di affaristi e sociologi, è così radicata la convinzione che contino solo i problemi di denaro e di cibop. [...] Il rischio dell'Italia è di entrare nel numero dei paesi di cultura bassa, giacché è possibile essere intelligenti e di cultura bassa.860)
*Il nostro paese non è inferiore a nessuno per il numero degli ingegni e per la qualità dell'intelligenza allo sgorgo. Ma quell'intelligenza riesce difficilmente a prendere un valore politico e un prestigio politico, e raramente emette voci che trascinano seco un interesse universale. In nessun altro paese come da noi tutto il campo sembra occupato dagli attivisti d'ogni specie; in nessun altro, quasi per un tacito accordo di affaristi e {{sic|sociologhi}}, è così radicata la convinzione che contino solo i problemi di denaro e di cibo. (2013, p. 863)
*Un viaggio nelle [[Marche]], non frettoloso, porta a vedere meraviglie.
*Il maggiore strumento che rimane per farsi valere ai paesi europei è la loro vecchia cultura. La nostra classe politica non mostra d'esserne convinta. [...] Il rischio dell'Italia è di entrare nel numero dei popoli di cultura bassa, giacché è possibile essere intelligenti e di cultura bassa. (2013, p. 865)
*L'Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo, le [[Marche]] dell'Italia. (2013, p. 508)
*Un viaggio nelle [[Marche]], non frettoloso, porta a vedere meraviglie. (2013, p. 513)
*[[Verona]] fu romana, gota, poi bizantina e longobarda. La tennero i Carolingi e gli imperatori tedeschi; fu un glorioso Comune e una gloriosa Signoria. Fu scaligera, viscontea, veneziana; l'avvicendamento fu rapido, ed ogni fase sovrappose all'altra il suo segno. In ogni fase storica ebbe una parte dominante, per l'importanza strategica e mercantile, grande fortezza ed incrocio di arterie tra l'Italia e il mondo germanico. Per varietà di stili, nessuno dei quali prevale, Verona non ha pari tra le città italiane se si eccettua Roma. ([https://books.google.it/books?id=5NguDwAAQBAJ&pg=PT115])
*Vi si giunge da plaghe nude, e d'un tratto si vede sorgere una fungaia di alti caseggiati moderni. [[Potenza]] cresce a vista d'occhio, presa dalla febbre edilizia. Questo rivestimento di caseggiati [...] circonda il vecchio nucleo della cittadina borbonica, la quale però è tutt'altro che morta. Appena vi si penetra la si ritrova, con la via principale stretta, e con le viuzze disposte in modo da tagliare il vento; Potenza infatti è città di mezza montagna, d'aria fine e ventosa. Le strade ampie e moderne sono in periferia. La parte interna ha la sua grazia, e alcune belle chiese. (2007, p. 738)