Alfred Edmund Brehm: differenze tra le versioni
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*Disgraziatamente la sua indole non è d'accordo colla sua bellezza fisica. È astuto, scaltro, maligno, cattivo, feroce, avido di rapina, sanguinario e vendicativo. In Africa lo chiamano eziando tigre, perché con questo appellativo si designa il tipo d'un essere sanguinario. E in vero, nessun altro felino dell'antico continente può meglio del leopardo meritarsi il nome del più terribile membro della famiglia. Egli uccide tutte le creature che può sopraffare, sieno pure grosse o piccole, inermi, o cedenti senza resistenza alla sua aggressione. Le antilopi, le capre, le pecore formano il suo principale alimento; ma insegue altresi le scimmie sugli alberi e gli iraci sulle rupi. È di continuo alle calcagna dei cinocefali impedendo così il loro pericoloso moltiplicarsi; ciò si può riconoscere in quelle alture dove esso non giunge. (p. 302)
*Esso mena stragi sanguinose nelle mandre. Talvolta in una notte sola uccide trenta o quaranta pecore, ed è perciò più temuto del leone che si accontenta sempre d'una sola vittima. [...] All'audacia, alla smania di rapina, alla sete di sangue, il leopardo congiunge il maggiore ardimento. Franco e sfacciato penetra nel villaggio, nella città, persino nei casolari abitati. (p. 302)
*{{NDR|Sul [[leopardo]]}} Una femmina che allatta è un vero flagello per tutto il vicinato. Essa ruba e assassina colla massima audacia, ma, più che mai accorta, gli è solo in csi rari che si possono acchiappare o la madre o i figli. (p. 305)
*{{NDR|Sul [[cuon alpino]]}} È in vero un animale assai pauroso, si tiene sempre lontano dall'uomo e dalle sue abitazioni, preferendo gli oscuri canneti che conosciamo sotto il nome di giungle, folte boscaglie che si estendono per centinaia di miglia, e lasciano passaggio all'uomo solo di tratto in tratto. (p. 366)
*{{NDR|Sul [[cuon alpino]]}} Nel cacciare rassomiglia al tutto al lupo, ma se ne distingue per un gran coraggio e per una sociabilità amichevole. (p. 366)
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