Resistenza italiana: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: di Nicholas Burgess Farrell
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*Libertà e giustizia, per generale riconoscimento, sono stati i massimi ideali della Resistenza. ([[Giovanni Spagnolli]])
*{{NDR|Riguardo alla lotta partigiana a Firenze}} Non avevamo coraggio. La verità è che eravamo incoscienti. ([[Vittore Branca]])
*Non è ora – dopo 70 anni – di affrontare una semplice verità? Eccola: la Resistenza in Italia era completamente irrilevante dal punto di vista militare. In ogni caso, nell'estate del 1944 non esisteva una Resistenza in Italia. Dopo, invece – dall'autunno del 1944 in poi – che cosa di concreto ha portato questa Resistenza? Peggio. Secondo la storiografia la Resistenza lottava per la [[patria]], la libertà e la [[democrazia]]. Non è vero. I suoi elementi comunisti (quelli dominanti) lottavano per l'[[Unione sovietica]], la [[dittatura]] e il [[comunismo]].([[Nicholas Burgess Farrell]])
*Se si guarda alla sorte dell'[[Italia]] dopo la sconfitta militare da parte della coalizione antinazista e la si confronta con quella della [[Germania]], non può esser dubbio per nessuno che ben diversa sarebbe stata la sorte internazionale dell'Italia e una qualunque possibilità di ripresa democratica, senza la guerra partigiana. Oggi il governo italiano discute sul prezzo del «biglietto di ritorno», ma questo prezzo è stato, per ammissione delle stesse potenze, in buona parte saldato nella guerra partigiana. ([[Aldo Garosci]])
*Signor Presidente {{NDR|[[Luigi Einaudi]]}}, Lei che tanto bene conosce la storia del Piemonte, ricorderà la fiera risposta data da Vittorio Amedeo II agli emissari di Luigi XIV i quali gli spiegavano come le condizioni del suo esercito gli togliessero ogni possibilità di resistere alle potenti armate d'oltralpe: «Batterò col piede la terra, e n'usciran soldati d'ogni banda». Ebbene, l'8 settembre, e in seguito, a Cuneo e intorno a Cuneo avvenne proprio così: i soldati, cioè i partigiani uscivano da ogni parte, perché qualcuno aveva battuto col piede la terra; ma non era stato un sovrano, re o principe che fosse, bensì una forza più alta e maestosa, quella che si chiama la coscienza civile, la vocazione nazionale, il senso dei valori supremi, quella essenziale virtù insomma, che, magari sotterranea ed invisibile per lungo volgere di anni, erompe nei momenti decisivi, e spinge un popolo a non mancare nell'ora del dovere storico. ([[Dante Livio Bianco]])