Saddam Hussein: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 139:
*Dal 1991, Saddam ha sempre cercato di rimettere in piedi le attrezzature per produrre armi chimiche, nucleari, batteriologiche e i vettori necessari a raggiungere gli obiettivi. ([[Reginald Bartholomew]])
*Egli non sarebbe dovuto essere giudicato, non sarebbe dovuto essere impiccato. Quando la guerra era finita, lui sarebbe dovuto essere rilasciato. Vogliamo sapere perché un prigioniero di guerra sarebbe dovuto essere giudicato. Chi ha condannato il Presidente dell'Iraq a morte? C'è una risposta a questa domanda? Conosciamo l'identità del giudice che l'ha processato. Per quanto riguarda quelli che hanno legato il cappio intorno al collo del presidente il giorno del sacrificio e dell'impiccagione, queste persone indossavano delle maschere. Come è potuto accadere in un mondo civilizzato? Questi erano i prigionieri di guerra di paesi civili in base al diritto internazionale. Come possono essere condannati a morte ed impiccati dei ministri del governo e un capo di Stato? Quelli che li hanno giudicati erano avvocati o membri di un sistema giudiziario? Sapete cosa dice la gente? Dicono che i volti dietro le maschere fossero quelli del Presidente degli Stati Uniti e del primo ministro del Regno Unito e che furono loro che condannarono a morte il Presidente dell'Iraq. ([[Mu'ammar Gheddafi]])
*Gli incontri da me avuti con Saddam Hussein me ne davano un quadro abbastanza preciso. Volitivo, spregiudicato, autoritario, ma indubbiamente intelligente. E poi era riuscito a «raddrizzare» l'andamento a lui sfavorevole della guerra con l'Iran grazie a un'intesa politica. Certo, nel Kurdistan iracheno aveva impiegato le armi chimiche. Certo, soffocava spietatamente ogni accenno di insubordinazione. Ma tutto quello di cui gli si faceva carico avveniva in condizioni che escludevamo drasticamente qualsiasi reazione organizzata, qualsivoglia sanzione da parte della comunità mondiale, spaccata dal confronto e dalla contrapposizione. Oggi invece, mentre emerge al mondo un nuovo ordine fondato sulla collaborazione e sull'interazione, compiere un atto di aggressione equivale a compiere un suicidio. Non è possibile, mi dicevo, che Saddam Hussein non se ne renda conto. ([[Eduard Shevardnadze]])
*Il processo a Saddam Hussein e la sua condanna a morte non sortiscono lo stesso effetto di quello a [[Nicolae Ceaușescu|Ceausescu]], non solo perché i contesti storico-politici sono differenti, ma perché nel caso iracheno manca un attore fondamentale in ogni evoluzione storica: la società civile, che nei paesi dell'est è riuscita in molti casi a riappropriarsi del proprio destino. Nel mondo arabo la società civile esiste ma è debole, perché legata a strutture che ne impediscono una reale autonomia. è difficile parlare di opinioni pubbliche arabe come si intendono in Occidente, in quanto la società civile non è aperta; essa reagisce sempre in funzione dei suoi legami - la famiglia, il luogo d'origine, l'appartenenza politica - ma soprattutto in funzione del peso della realtà comunitaria, che le impedisce di autonomizzarsi. La reazione al processo e alla condanna a morte di Saddam Hussein è subordinata a un certo immaginario collettivo del mondo arabo, che reagisce a seconda della sensazione di considerarsi i vincitori o i perdenti della storia. Ma esiste un altro elemento che nel caso specifico del processo a Saddam tende a diminuire il possibile effetto di quella decisione: opinione molto diffusa nel mondo arabo, collegata a un anti-americanismo diffuso, è che il rovesciamento del regime di Saddam sia il risultato di una "rivoluzione per delega": tutt'altro scenario della rivoluzione contro Ceausescu. ([[Khaled Fouad Allam]])
*[[Guerra in Iraq|L'operazione Iraq]] è motivata con il proposito di punire uno Stato canaglia. Ma con quale decorrenza Saddam Hussein è tra le canaglie? Fino alla sua provocatoria operazione del Kuwait il personaggio, che era sempre lo stesso, ha stoltamente ricevuto l'appoggio e il sostegno di molti Paesi oggi schierati in battaglia. ([[Giulio Andreotti]])