Rossana Bossaglia: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Rossana Bossaglia==
*{{NDR|Su [[Fortunato Depero]]}} A proposito di Depero il discorso si arricchisce poi di altre valenze: e sono quelle legate all'utilizzo che egli fa, nella sua Casa d'arte roveretana, di tematiche, iconografie, cadenze e modi formali provenienti dal folclore trentino. L'uso di repertori locali, in quanto singolarità etniche, era stato teorizzato già da Modernismo, cioè dalla serie di atteggiamenti di tipo [[Art Nouveau]]; si trattava della volontà di mantenere caratterizzata e differenziata una produzione che l'aspetto internazionale dell'ideologia ad essa sottesa rischiava di rendere uniforme, e di salvare in questo modo scuole, laboratori, tradizioni locali contro un'ipotesi di standardizzazione totale – che avrebbe oltre tutto spazzato via dal mercato appunto i prodotti delle piccole imprese.<ref>Da ''Gli oggetti di Depero: arte decorativa e déco''; in ''Depero'', Mostra a cura di Gabriella Belli, Catalogo a cura di [[Maurizio Fagiolo dell'Arco]], Museo Provinciale d'Arte Sezione Contemporanea, Trento, Electa, Milano, 1988, p. 204.</ref>
*L'attenzione di [[Fortunato Depero|Depero]] per una rivisitazione globale del fare artistico-artigianale, che interessava soprattutto il settore dei manufatti realizzati nella Casa d'arte roveretana si colora proprio in quegli anni di un portato ideologico che, di fatto, trasferisce il contenuto del quadro e, più in generale delle sue opere, dal contesto del mito a quello del folclore. [...] Dunque, non è un caso che Depero fosse nato austriaco e che la sua formazione scolastica fosse orientata in senso tecnico-artigianale dall'insegnamento presso la Scuola Elisabettiana di Rovereto, scuola sorta nel panorama di un progetto didattico delle scienze e delle arti applicate, diffuso in tutto l'Impero.<ref>Da ''Gli oggetti di Depero: arte decorativa e déco''; in ''Depero'', Mostra a cura di Gabriella Belli, Catalogo a cura di [[Maurizio Fagiolo dell'Arco]], Museo Provinciale d'Arte Sezione Contemporanea, Trento, Electa, Milano, 1988, pp. 208-209.</ref>
 
==Note==