Marcel Niedergang: differenze tra le versioni

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*[[Pietro I del Brasile|Don Pedro I]] si rivelò del resto un capo di Stato di grande saggezza e di buonsenso politico, ma suo figlio, [[Pietro II del Brasile|Don Pedro II]], fu senza dubbio un uomo assolutamente eccezionale. Così, mentre i loro vicini argentini o paraguayani sopportavano bene o male ''caudillos'' sinistri o crudeli, i brasiliani ebbero la fortuna di diventare sudditi di un monarca illuminato come in Europa non ne esistevano più. (p. 24)
*I tirannelli delle repubbliche liberatesi dalla Spagna ammiravano Napoleone. Don Pedro II poneva Pasteur e Victor Hugo al disopra di tutti gli uomini. (p. 24)
*Negli Stati Uniti la conquista progressiva del suolo ha formato un paese in cui il nord industrializzato si è urtato col sud agricolo e schiavista. In Brasile accade l'inverso. Il nord, che si è sviluppato grazie alla schiavitù, è rimasto fondamentalmente agricolo, e il sud, conquistato assai più tardi, si è industrializzato per primo. (p. 30)
*Su quattro alberi che crescono sulla terra uno ha le sue radici nela gigantesca foresta dell'[[Amazzonia|Amazonas]] che si estende terrificante, esuberante e parzialmente invasa dall'acqua su 300 milioni di ettari che comprendono due Stati e i quattro Territori Federali del nord. Non v'è, sul nostro pianeta, uno scenario che possa evocare con maggiore precisione angosciosa l'onnipotenza scatenata della natura primitiva e le lotte spietate dei grandi rettili dell'era secondaria. (p. 45)
*[[Buenos Aires]] è orgogliosa. Gli stessi ''porteños'' ne convengono e condividono tale fierezza. A eccezione del suo avamporto della Boca, che è un compromesso tra Barcellona e la rada della vecchia Marsiglia, la città è un poema di cemento armato, di pietra, di lunghe prospettive, di diagonali infinite e di grattacieli. Non ha, è vero, la seduzione romantica di Lima o il fascino di Rio, ma avvince per il suo dinamismo. (p. 102)
*La prima impressione che si ha di Buenos Aires è sconcertante. È una città che non si rivela subito, perché tutto vi è smisurato. Il pittoresco in effetti non esiste e solo il lavoro è evidente. Il porto con le sue installazioni si estende per oltre sette chilometri e i lati estremi della rada misurano quasi una ventina di chilometri ciascuno. Cinque volte più estesa di Parigi, Buenos Aires è collegata al suo aeroporto da un'autostrada diritta e modernissima. Da qualunque parte vi si giunga, la capitale della Repubblica Argentina dà l'impressione di avere sacrificato quasi tutto agli affari, al lavoro e alla potenza. Piuttosto che una città di cui si cercano di scoprire le stratificazioni successive e pazienti dei secoli, è un emporio, una banca, un luogo d'appuntamento per affari. A Buenos Aires, che sembra rifiutare la dolcezza, l'angolo retto è la regola quasi generale. (p. 102)