Giulio Ferroni: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+3
Inserimento citazione
Riga 2:
 
==Citazioni di Giulio Ferroni==
*La "meraviglia" a cui mira [[Edoardo Cacciatore|Cacciatore]] non va intesa come effetto esteriore, gratuita sorpresa per gli accostamenti inediti e imprevedibili tra diverse sfere del linguaggio e dell'esperienza: come indica il titolo da lui scelto per questa sua antologia poetica, la ''meraviglia'' è l'esito e insieme l'apertura incessante di un ''Discorso'', di un trascorrere della parola sul mondo, di un perpetuo confrontarsi della poesia, del suo linguaggio interno, della sua soggettività, del suo tessuto formale, con qualche cosa di esterno ad essa [...] è piuttosto una sorta di illuminazione totale della realtà, che la parola della poesia aspira a dare ogni volta nella sua totalità, oscurissima e chiarissima al tempo stesso.<ref>*Da ''Intruduzione'' a Edoardo Cacciatore, ''Il discorso a meraviglia, {{small|Poesie scelte dall'autore medesimo}}'', Einaudi, 1996. ISBN 88-06-14194-5</ref>
*[[Napoli]] è vero e proprio crocevia della cultura italiana dell'ultimo secolo, luogo reale e simbolico, tempio della lacerazione e della speranza, delle ipotesi che balenano senza poter davvero trasformarsi in realtà e delle derive più inarrestabili, dove è possibile l'abbandono melodico e lo strappo più cupo, dove si esercitano il soccorso più solidale e la beffa più impietosa, l'intelligenza più problematica e la più becera volgarità, dove convivono violenza e dolcezza.<ref>Dalla prefazione a [[Ermanno Rea]], ''Rosso Napoli'', BUR, 2009.</ref>
*[[Sciascia]], con il suo occhio rivolto in primo luogo alla Sicilia e alle sue contraddizioni, ha seguito il modificarsi dei nodi più oscuri del crimine, della giustizia, della politica, della stessa possibilità di intervenire sul male, di giudicarlo e correggerlo: e tra l'altro ha suggerito, con i suoi scritti, ma anche con i suoi atti politici, un'immagine davvero necessaria del rapporto tra intellettuale e politica, che sfugge ai parametri ancora oggi dominanti. Ma ciò si è dato entro un organismo letterario di grande fascinazione, che resiste e si impone nel tempo, sfuggendo agli squallidi sciacallaggi politici che furono fatti a suo tempo e si continuano a fare, come sfugge alle etichette che vorrebbero fissarlo in schemi precostituiti.<ref>Da ''Sciascia, il caso non è ancora chiuso'', ''Corriere della Sera'', 20 novembre 1999.</ref>