Martino Aichner: differenze tra le versioni

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*Con questa dichiarazione del nostro ministro della Difesa, "concordemente" condivisa dagli organi della difesa britannica, avevo finalmente ottenuto il riconoscimento della verità che non riguardava soltanto una mia personale ambizione, ma spettava a tutto il valoroso equipaggio, al mio glorioso reparto e in definitiva a tutta l'aeronautica militare italiana. Il mio comandante di squadriglia, che nel frattempo era salito ai più alti gradi della gerarchia dell'aeronautica militare, il generale [[Giulio Cesare Graziani]] (che fu, tra l'altro, il pilota più decorato d'Italia nel [[Seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]]), appena conosciuta la notizia, con la generosità che lo distingue, compilò subito (dicembre 1966) una proposta di commutazione della ricompensa al Valor Militare da medaglia d'argento a medaglia d'oro... (pp. 86-87)
*L'[[Etna]] è diverso dalle mie splendide Dolomiti frastagliate e fantastiche, è un grosso cono schiacciato come una grande focaccia sul corno orientale dell'isola con i fianchi che scendono con pendenza regolare: mi tenta un lunga planata quasi senza motore ma veloce, dato l'assetto in cui devo tenere il [[aeroplano|velivolo]]; mi metto sopra un largo solco tracciato dalla lava di un'unica eruzione e scendo come in uno slalom entusiasmante. (p. 93)
*Persino il governo si interessa a noi: per tenerci alto il morale, il Ministero della Cultura Popolare (Minculpop) ci manda appositamente da Roma una compagnia di riviste, una specie di carro di Tespi a livello dei soldati, che installa sull'aeroporto la propria baracca e per alcune sere intrattiene i desideri dei nostri bravi avieri con lo spettacolo di cosce intraviste sotto le ampie gonne lunghe delle ballerine. (p. 102)
*[[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] non fa segreto delle sue scarse simpatie per il fascismo. Ha una viva ammirazione per [[Mussolini]] come uomo e come capo, animato dalla migliore volontà di fare del bene all'Italia, ma disprezza, e lo dice apertamente, tutte le bardature del regime, la pomposità, la retorica, la leggerezza, la falsità degli istituti e degli uomini che divennero lampanti il 25 luglio quando l'artificio del fascismo si dissolse in poche ore senza traccia. Buscaglia è un militare completo che sente la responsabilità del suo ruolo di ufficiale effettivo all servizio della patria. (p. 102)
*Si son dette tante cose sul carattere di [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]], e poiché egli fu elevato a simbolo del combattente alato italiano nella [[seconda guerra mondiale]], come lo era stato [Francesco] Baracca nella [[Prima guerra mondiale|prima]], evidentemente su di lui si sono puntati maggiormente gli sguardi e gli strali della critica. Era certamente un uomo normale, con i difetti di ogni creatura. L'elemento del carattere che lo faceva superiore a qualsiasi altro era l'incredibile forza di volontà dimostrata in ogni occasione. Per lui la guerra consisteva in un lavoro e voleva che questo lavoro fosse fatto con serietà e per primo lo faceva molto seriamente. Gli è stata spesso mossa la critica di portare il reparto allo sbaraglio, di arrischiare troppo per ambizione personale. Questo giudizio non è giusto; egli aveva certamente un'alta misura delle sue possibilità e, come tutta la gente di coraggio, sentiva di essere protetto dalla fortuna. (p. 107)