Martino Aichner: differenze tra le versioni

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*Come [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] e [[Carlo Faggioni|Faggioni]], [[Giulio Cesare Graziani|Graziani]] manifesta sempre un'estrema sicurezza di riuscire a farcela: per loro sembra non aver valore quel calcolo statistico compilato da qualcuno che rivela che la media delle azioni dalle quali si può tornare vivi è di tre o quattro al massimo; questa media si rivelerà purtroppo esatta per il nostro reparto, che alla fine del ciclo operativo si ritroverà con otto equipaggi superstiti dei venti con i quali era partito. (p. 51)
*Tutti i fotografi imbarcati sono già partiti per la baracca dov'è installata la camera di sviluppo, e dopo mezz'ora le fotografie ancora bagnate sono sul tavolo del comandante che ha già convocato tutti gli equipaggi per discutere i risultati dell'azione. In questa attività [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] è veramente insuperabile; ogni capoequipaggio, immediatamente dopo l'azione, gli deve portare un rapporto scritto sull'andamento dell'azione stessa e sui risultati che ritiene di aver conseguito. Subito dopo, al comando vengono convocati tutti i componenti degli equipaggi per la discussione e il raffronto delle varie versioni e Buscaglia sembra più un pubblico ministero che un giudice. (p. 55)
*L'Etna è diverso dalle mie splendide Dolomiti frastagliate e fantastiche, è un grosso cono schiacciato come una grande focaccia sul corno orientale dell'isola con i fianchi che scendono con pendenza regolare: mi tenta un lunga planata quasi senza motore ma veloce, dato l'assetto in cui devo tenere il velivolo; mi metto sopra un largo solco tracciato dalla lava di un'unica eruzione e scendo come in uno slalom entusiasmante. (p. 93)
*[[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] non fa segreto delle sue scarse simpatie per il fascismo. Ha una viva ammirazione per [[Mussolini]] come uomo e come capo, animato dalla migliore volontà di fare del bene all'Italia, ma disprezza, e lo dice apertamente, tutte le bardature del regime, la pomposità, la retorica, la leggerezza, la falsità degli istituti e degli uomini che divennero lampanti il 25 luglio quando l'artificio del fascismo si dissolse in poche ore senza traccia. Buscaglia è un militare completo che sente la responsabilità del suo ruolo di ufficiale effettivo all servizio della patria. (p. 102)
*Si son dette tante cose sul carattere di [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]], e poiché egli fu elevato a simbolo del combattente alato italiano nella [[seconda guerra mondiale]], come lo era stato [Francesco] Baracca nella [[Prima guerra mondiale|prima]], evidentemente su di lui si sono puntati maggiormente gli sguardi e gli strali della critica. Era certamente un uomo normale, con i difetti di ogni creatura. L'elemento del carattere che lo faceva superiore a qualsiasi altro era l'incredibile forza di volontà dimostrata in ogni occasione. Per lui la guerra consisteva in un lavoro e voleva che questo lavoro fosse fatto con serietà e per primo lo faceva molto seriamente. Gli è stata spesso mossa la critica di portare il reparto allo sbaraglio, di arrischiare troppo per ambizione personale. Questo giudizio non è giusto; egli aveva certamente un'alta misura delle sue possibilità e, come tutta la gente di coraggio, sentiva di essere protetto dalla fortuna. (p. 107)