Giulio Cesare Graziani: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Giulio Cesare Graziani==
 
*Ai primi di ottobre ricevo una lettera di [[Carlo Faggioni|Faggioni]]; m'invita a raggiungerlo a Firenze dove sta ricostituendo il gruppo Buscaglia nella Repubblica Sociale Italiana. Contemporaneamente mi arriva un messaggio di Graziani: «Me ne vado al sud per continuare a combattere per l'Italia». Qual è la strada giusta? Due combattenti valorosi, due uomini giusti, due amici. Uno al nord, l'altro al sud. Entrambi ancora impegnati in una guerra accanita, condotta con la lealtà, l'impegno, la serietà di sempre. Faggioni compirà alcune azioni di siluramento al limite tra il nostro concetto del coraggio ed il suicidio dei kamikaze, finché ad Anzio, in una sfida a un'intera flotta da sbarco, immolerà la sua nobile e felice vita. Graziani si butterà con la foga e l'impegno abituali nel fuoco dei bombardamenti sui Balcani. ([[Martino Aichner]])
===[[Martino Aichner]]===
*La sera Graziani mi prende sotto braccio: «[[Carlo Faggioni|Faggioni]] mi ha raccontato tutto; premetto che non ti faccio rapporto perché è la prima volta che ho l'occasione di parlare con te di problemi di lavoro e perché [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] se la prenderebbe anche con Faggioni che ha avuto la debolezza di volerti insegnare cose che non servono a fare la guerra.» Posso spiegargli tutto con calma e incontro la sua piena fiducia. «Meglio così, però ricordati che questi "esperimenti" non servono a fare la guerra. Nei prossimi giorni allenati con il tuo equipaggio, vedi di amalgamarlo e di conquistarne la fiducia: soltanto allora potrai prender parte ad azioni di guerra con possibilità di successo e anche di riportare a casa la pelle.» ([[Martino Aichner]])
*Ai primi di ottobre ricevo una lettera di [[Carlo Faggioni|Faggioni]]; m'invita a raggiungerlo a Firenze dove sta ricostituendo il gruppo Buscaglia nella Repubblica Sociale Italiana. Contemporaneamente mi arriva un messaggio di Graziani: «Me ne vado al sud per continuare a combattere per l'Italia». Qual è la strada giusta? Due combattenti valorosi, due uomini giusti, due amici. Uno al nord, l'altro al sud. Entrambi ancora impegnati in una guerra accanita, condotta con la lealtà, l'impegno, la serietà di sempre. Faggioni compirà alcune azioni di siluramento al limite tra il nostro concetto del coraggio ed il suicidio dei kamikaze, finché ad Anzio, in una sfida a un'intera flotta da sbarco, immolerà la sua nobile e felice vita. Graziani si butterà con la foga e l'impegno abituali nel fuoco dei bombardamenti sui Balcani. ([[Martino Aichner]])
*Come [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] e [[Carlo Faggioni|Faggioni]], Graziani manifesta sempre un'estrema sicurezza di riuscire a farcela: per loro sembra non aver valore quel calcolo statistico compilato da qualcuno che rivela che la media delle azioni dalle quali si può tornare vivi è di tre o quattro al massimo; questa media si rivelerà purtroppo esatta per il nostro reparto, che alla fine del ciclo operativo si ritroverà con otto equipaggi superstiti dei venti con i quali era partito.
*La sera Graziani mi prende sotto braccio: «[[Carlo Faggioni|Faggioni]] mi ha raccontato tutto; premetto che non ti faccio rapporto perché è la prima volta che ho l'occasione di parlare con te di problemi di lavoro e perché [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] se la prenderebbe anche con Faggioni che ha avuto la debolezza di volerti insegnare cose che non servono a fare la guerra.» Posso spiegargli tutto con calma e incontro la sua piena fiducia. «Meglio così, però ricordati che questi "esperimenti" non servono a fare la guerra. Nei prossimi giorni allenati con il tuo equipaggio, vedi di amalgamarlo e di conquistarne la fiducia: soltanto allora potrai prender parte ad azioni di guerra con possibilità di successo e anche di riportare a casa la pelle.» ([[Martino Aichner]])
 
==Note==