Sfida infernale
film del 1946 diretto da John Ford
Sfida infernale
Henry Fonda e Victor Mature nel film
Titolo originale |
My Darling Clementine |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1946 |
Genere | western |
Regia | John Ford |
Soggetto | Sam Hellman, Stuart N. Lake |
Sceneggiatura | Samuel G. Engel, Winston Miller |
Produttore | Samuel G. Engel |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Sfida infernale, film statunitense del 1946 con Henry Fonda, Linda Darnell e Victor Mature, regia di John Ford.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- 1864 – 1882: diciotto anni. Non hai avuto molta fortuna, James. Ho scritto a papà e a Caterina: sarà tremendo per tutti e due, ma lei è giovane, mentre papà non si riavrà mai. Verrò a trovarti, di tanto in tanto, insieme a Morgan e a Virgil. Resteremo qui per qualche tempo e può darsi che quando ce ne andremo, chissà, i ragazzi come te potranno crescere e vivere sicuri. (Wyatt Earp)
- Senti, faccia di rame, il poker mi va, ma la gente indiscreta no. (Wyatt Earp)
- Scusate ma non mi piace il poker a sei mani e a otto occhi. (Wyatt Earp)
- Se si tira fuori una pistola, è per uccidere. (Vecchio Clanton)
- La diligenza parte domattina alle otto. Uno di noi due deve assolutamente andarsene. (Doc Holliday)
- Non mi seccare. E miagolale a qualcun altro le tue canzoni appiccicose. (Doc Holliday)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Doc Holliday: Si fermerà a lungo?
Wyatt Earp: Chissà.
Doc Holliday: Il tempo di catturare gli assassini di suo fratello?
Wyatt Earp: Sì, almeno in generale.
Doc Holliday: E in particolare?
Wyatt Earp: Come sarebbe a dire?
Doc Holliday: Non si sarà per ipotesi messo in testa di moralizzare la città?
Wyatt Earp: Be', a dire il vero non ci avevo pensato, ma non è una cattiva idea: mi pagano per questo. - Wyatt Earp: È la seconda volta in tre giorni che pretendi di espellere qualcuno dalla città: questo è compito mio, per questo mi pagano. La signorina, come ogni persona a modo, può fermarsi a Tombstone quanto le pare e piace.
Doc Holliday: Parli troppo, sceriffo. Al contrario della tua pistola che sta sempre zitta.
Wyatt Earp: Non è poi detto. - Wyatt Earp: Sei mai stato innamorato?
Mac: No, ho fatto il barista tutta la vita.
Ma lo sa che è un gran bel nome Clementina? (Wyatt Earp)
Citazioni su Sfida infernale
modifica- È un western molto bello, un classico e il più accorato di Ford. I personaggi esprimono una sorta di "gentilezza dei prodi" e vivono nell'atmosfera d'una canzone di gesta carica di nostalgia. Ford è imbevuto dello spirito reale della vita di frontiera, riproduce fedelmente lo stile con cui cowboy e fuorilegge rischiavano l'esistenza in un crogiuolo arroventato come Tombstone. E il film è la più esatta – se non storicamente, come spirito – ricostruzione tra le molte che sono state fatte sull'episodio. Henry Fonda interpreta Wyatt Earp come un classico westerner onesto e crepuscolare: un personaggio quasi timido, il pistolero convertitosi in tutore della legge. La sua figura suggerisce i momenti più distesi del racconto: il riposo con un piede sulla seggiola inclinata e l'altro sulla balaustra della veranda, i colloqui intensi con Clementine, la memorabile scena del ballo. Ma la grande figura del film, un epico signore della frontiera degno di Francis Bret Harte, è "Doc" Holliday: un sorprendentemente bravo Victor Mature, medico con vocazione alla pistola, tubercolotico come nella miglior tradizione romantica, poeta maledetto che sa a memoria Shakespeare e che completa il monologo dell'Amleto azzoppato dal patetico vuoto di memoria del vecchio attore. E deliziose, anche se un po' in ombra, sono le figurine femminili: l'impetuosa, ardente Chihuahua di Linda Darnell, una sanguemisto dalla scollatura densa di profumo, e la magica Clementine, preziosa nella sua sommessa malinconia, tutta giocata su toni grigi poetici. Come quasi sempre in Ford la leggenda del West approda alla poesia e sfavilla in momenti di grande forza, anche se l'azione spesso cede alla descrizione lirico-nostalgica. Tra la storia e la leggenda Ford anche questa volta ha stampato la leggenda. Ma il vigore del sentimento dei personaggi, i personaggi disegnati a tutto tondo, la ricchezza del racconto e la splendida descrizione dei paesaggi magistralmente fotografati nell'amata Monument Valley danno al film il tocco più prezioso dell'autenticità. (il Farinotti)
- Nessuno come J. Ford ha saputo mettere meglio in immagini la sfida all'OK Corral, nessuno come lui è riuscito a trasformare la nostalgia in poesia. La storia è un pretesto per una documentazione su un'epoca. È il suo 3° western parlato. Comincia ad affiorare quell'arte della digressione di cui diventerà maestro in vecchiaia, ma è altrettanto notevole la dialettica dei contrasti: l'azione violenta (nove cadaveri di personaggi principali) si alterna con le parentesi idilliche, l'aura mitica di cui sono circondati i personaggi si basa sulle loro imprese, ma anche sui particolari familiari e pittoreschi del comportamento. (il Morandini)
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