Sergej Luk'janenko

scrittore russo

Sergej Vasilievič Luk'janenko (1968 – vivente), scrittore russo.

Sergej Luk'janenko nel 2011

I guardiani della notte modifica

Incipit modifica

La scala mobile saliva lenta, a fatica. Era proprio una vecchia stazione, niente di che. Il vento correva all'impazzata nel tubo di cemento e gli scompigliava i capelli, gli strappava il cappuccio, s'insinuava sotto la sciarpa, trascinandolo verso il basso.
Il vento non voleva che Egor salisse.
Lo supplicava di tornare indietro.

Citazioni modifica

  • Noi siamo Altri, | noi serviamo forze diverse, | ma nel Crepuscolo non vi è differenza | tra assenza di tenebre e assenza di luce. | La nostra lotta può annientare il mondo. | Noi stipuliamo il Grande Patto di tregua. | Ogni parte vivrà secondo le proprie leggi, | ogni parte avrà i propri diritti. | Noi limitiamo i nostri diritti e le nostre leggi. | Noi siamo Altri. | Noi costituiamo la Guardia della Notte | affinché le Forze della Luce | controllino le Forze delle Tenebre. | Noi siamo Altri. | Noi costituiamo la Guardia del Giorno | affinché le Forze delle Tenebre | controllino le Forze della Luce. | Il tempo sarà arbitro.
  • L'amore è felicità, ma solo quando puoi credere che sia per sempre. E anche se ogni volta questa promessa di eternità si rivela una menzogna, è l'unica in grado di dare forza e gioia all'amore.
  • Molto sapere... molto dolore. Come avrei voluto ignorare l'inevitabile futuro! Ignorarlo... e amare, senza calcoli, come un semplice essere mortale.
  • E cosa mi riserva il caso? | Tutto si deciderà poi, per qualcuno lui è nessuno. | Per me è il signore, | me ne starò nel buio, per qualcuno io sono un'ombra | per altri sono invisibile.
  • Ballo fuori tempo, ogni cosa faccio fuori tempo, | e non me ne preoccupo. | Oggi sono come la pioggia che non cessa mai, | come un fiore che non sboccia mai, | io, io, io sono invisibile. | Io, io, io sono invisibile. | I nostri volti sono come fumo, fumo | e nessuno sa come vinceremo...
  • – Un mago delle Tenebre può anche risanare, un mago della Luce anche uccidere – dissi. – È la verità. Sai qual è la differenza tra la Luce e le Tenebre?
    – No. Non so perché, ma non ce la insegnano. Forse è difficile da formulare?
    – Non è affatto difficile. Se pensi soprattutto a te, ai tuoi interessi, la tua strada ti porta verso le Tenebre. Se pensi agli altri, sei in cammino verso la Luce.
    – Ed è lungo questo cammino verso la Luce?
    – Dura tutta la vita.
    – Queste sono solo parole, Anton. Giochi di parole. Che cosa dice un vecchio mago delle Tenebre a un novellino? Probabilmente parole altrettanto belle e giuste...
    – Sì. Sulla libertà. Gli dice che ciascuno, nella vita, occupa il posto che si è meritato. Che l'abbandonarsi alla pietà umilia, che il vero amore è cieco, che la bontà autentica è inerme, che la libertà reale è libertà da tutto e tutti.
    – E non è vero.
    – No. È una parte della verità. Sveta, noi non possiamo scegliere una verità assoluta. La verità ha sempre due volti. Tutto quello che abbiamo è il diritto di rifiutare la menzogna che ci ripugna di più.
  • È così facile rivolgere gli umani alla Luce o alle Tenebre, ma loro sono felici soprattutto quando gli si permette di essere se stessi.
  • È la guerra. E la guerra è sempre criminale. Sempre, in tutti i tempi, sarà occasione non solo di eroismi e sacrifici, ma anche di tradimenti, vigliaccherie, colpi alle spalle. Evitare questi aspetti quando si combatte è semplicemente impossibile. Vorrebbe dire avere già perso prima di cominciare.
  • Dove inizia l'amore, la Luce e le Tenebre finiscono.
  • Questa notte come un fiore meraviglioso si schiuderà la felce, | questa notte gli spiriti domestici faranno ritorno, | nubi dal Settentrione, venti dal Sud, | vuol dire che presto una strega mi farà un cenno. | Vivo in attesa di un miracolo come una Mauser nella fondina, | proprio come se fossi un ragno sulla ragnatela, | proprio come un albero nel deserto, | proprio come una volpe nera in una tana.
  • Fuggivo attraverso il cannocchiale dagli occhi impauriti dei bambini, | volevo andare a letto con una ninfa | ma non sapevo come fare, | volevo tornare in tram ed entrare dalla tua finestra, | il vento soffia dalle periferie, tutto ormai ci è indifferente, | il vento soffia dalle periferie e tutto ormai ci è indifferente. | Sii la mia ombra, gradino che scricchiola, domenica | a colori, pioggia di funghi, | sii la mia divinità, succo di betulla, corrente elettrica, | fucile ricurvo. | Sapevo che tu sei il vento, che tu soffi sul mio viso, e io rido, | non voglio separarmi da te senza lottare, finché tu | mi sogni. | Sii la mia ombra...

Bibliografia modifica

  • Sergej Luk'janenko, I Guardiani della Notte, traduzione di Nadia Cicognini e Cristina Moroni, Mondadori, Milano, 2005. ISBN 88-04-54699-9

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