Sergej Hessen

pedagogista russo
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Sergej Hessen (1887 – 1950), scrittore e pedagogista russo.

La pedagogia russa del XX secolo

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  • La scuola non deve limitarsi all'istruzione, ma deve appoggiarsi su due colonne, il lavoro intellettuale e il gioco educativo. (p. 67)
  • La pedagogia deve offrire all'educatore i metodi di ricerca delle cause sociali dell'arretratezza mentale o d'altro genere dei bambini, e anche fornire i mezzi coi quali la scuola possa superare («compensare») l'influenza negativa dell'ambiente. (p. 72)
  • La vita psichica dell'uomo ricorda per il suo sviluppo e per la sua struttura, la struttura della corteccia terrestre; essa cioè è formata di strati sovrapposti l'uno sull'altro. (p. 73)

Ideologia e autonomia dell'educazione e della pedagogia

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Uno dei sintomi dello sfaldarsi del liberalismo è, senza dubbio, l'indebolimento della sua fede nella scienza e nell'istruzione naturali. La scienza neutrale, credeva il secolo del liberalismo, è quella scienza che si governa con una propria legge autonoma e rimane obiettiva, impassibile e indipendente da tutti gli interessi e da tutte le opinioni che scaturiscono dagli irrazionali motivi vitali. Essa esclude il soggetto che conosce, fonte di errori e di illusioni, e trascende tutto quanto divide gli uomini nelle dure lotte della vita; ed infine rigetta da sé ogni concetto che non sia nato dall'intelletto. Essendo espressione della ragione universale, la scienza costituisce l'organo che unifica la società, oltre ogni passione ed interesse di parte, al modo che quella stessa ragione garantisce l'unità interiore di ogni personalità.

Citazioni

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  • [Romanticismo] La verità scientifica o giuridica, non è avulsa, ma è inserita nello "spirito sostanziale" della nazione. Benché la verità sia obiettiva in quella misura che appartiene alla realtà storica, essa è eterogenea e non universale, è legata alla vita e non è neutrale né autonoma, dipende dalla nazione che la sceglie e dal suo "destino storico". (p. 19)
  • L'uomo è un essere vivente che non soltanto è organicamente legato al suo ambiente biologico, ma che, oltre a ciò, crea un rapporto con il mondo quale totalità: un essere dunque che è in grado di avere una visione del mondo. (pp. 23-24)
  • La differenza tra la propaganda e l'istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all'uomo ciò che deve pensare, mentre l'istruzione insegna all'uomo come dovrebbe pensare. (p. 59)
  • La propaganda è calcolata per una produzione di serie, e l'uomo è per essa una particella della folla, non una personalità che possiede un valore insostituibile. (p. 60)
  • L'educazione al servizio dello Stato, l'istruzione del cittadino costituisce un dovere necessario ed importante di ogni educatore. (p. 62)
  • La pedagogia diventa filosofia applicata, persino quando tenta di negare la sua dipendenza dalla filosofia. Perché, infatti, questa negazione si basa su una dottrina positivista o organica, e non unicamente ed esclusivamente sulla concezione del mondo. (p. 65)
  • Quanto più la pedagogia teorica, tramite l'assimilazione di atteggiamenti altrui, arricchisce la concezione del mondo che la definisce, quanto più cerca di comprendere la profondità della vita spirituale e astenersi da soluzioni premature, tanto più allarga i suoi orizzonti spirituali e tanto di più diventa pedagogia filosofica. (p. 66)
  • L'istruzione è lo sviluppo dello spirito soggettivo nel tempo, essa scopre nel soggetto leggi sempre più proprie dei settori autonomi dello spirito obiettivo e perciò la pedagogia costituisce quasi l'embriologia dello spirito. (p. 83)
  • L'istruzione deve conservare i suoi propri diritti di fronte alla vita, ma la scuola deve trasformarsi da un astratto istituto d'insegnamento in un concreto istituto d'istruzione. (p. 122)
  • L'umanesimo va cercato non nello svago (od otium) o nell'evasione, ma nel lavoro e nella riflessione sul presente.
  • Sappiamo che l'attuale meccanizzazione del lavoro provoca spesso la sua qualificazione, ben sentita da Kerschensteiner, creatore appunto della teoria della sintesi tra l'istruzione generale e quella professionale, quale ombra che andava sempre più oscurando la sua concezione pedagogica. (p. 145)
  • L'istruzione professionale dovrebbe, secondo lui [Georg Kerschensteiner], rifiutare nettamente il dominio assoluto del principio dell'utile ed il mestiere dovrebbe essere invece considerato come mezzo di formazione interiore dell'allievo o di autosviluppo della personalità. (p. 145)
  • La scuola elementare di Dewey e la scuola professionale di Cherschensteiner sono l'antecedente immediato del risorgere, nella pedagogia contemporanea, dell'ideale umanistico dell'istruzione. (p. 145)
  • La borghesia ha cessato di essere la rappresentante di tutta la società e ai suoi interessi economici si contrappongono ormai allo sviluppo delle forze produttive della società stessa. (p. 236)
  • La borghesia è diventata un parassita sul corpo della produzione socializzata. (p. 237)

Incipit di Autobiografia

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Sono nato il 16 agosto del 1887 a Ist-SiJssolsk, oggi Socetivkar capitale della Repubblica autonoma di Komi, dove mio padre si trovava in esilio. Scontato che l'ebbe, avevo tre anni quando mi prese con sé, separandomi da mia madre, Anna Makarova, che non ricordo. A cinque sei anni, poi, allorché prestava servizio al Tribunale provinciale di Tula, mi collocò presso la famiglia della sua futura moglie, Anna Stein, nata Gruber, che si era separata dal marito, da cui aveva avuto tre figli maschi, e che, in attesa della separazione formale, abitava ad Odessa, sua città natìa.
Fui allevato, così, fino a che non ebbi compiuto il ginnasio, insieme con questi miei futuri fratellastri, dei quali il minore, Semino, aveva la mia età, e gli altri due erano rispettivamente di un anno e mezzo e di due anni e mezzo più grandi di me.

Bibliografia

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  • Sergei Hessen, Autobiografia (Mojè Gineopisanie), a cura di Luigi Volpicelli, Editrice AVIO, Armando Armando Editore, Roma 1956.
  • Sergei Hessen, La pedagogia russa del XX secolo (Russkaja Pedagochica V VII Veke), a cura di Luigi Volpicelli, Editrice AVIO, Armando Armando Editore, Roma 1956.
  • Sergei Hessen, Ideologia e autonomia dell'educazione e della pedagogia (O Sprzecnosciach I Jednosci Wychowowania), a cura di Luigi Volpicelli, traduzione di C.I. Angle e A. Musu Editrice AVIO, Armando Armando Editore, Roma 1962.

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