Schegge di paura
Schegge di paura
Titolo originale |
Primal Fear |
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Lingua originale | Inglese |
Paese | USA |
Anno | 1996 |
Genere | giallo, thriller, drammatico |
Regia | Gregory Hoblit |
Soggetto | William Diehl (romanzo) |
Sceneggiatura | Steve Shagan, Ann Biderman |
Produttore | Gary Lucchesi, Hawk Koch |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Schegge di paura, film statunitense del 1996, con Richard Gere, Laura Linney ed Edward Norton, regia di Gregory Hoblit.
Martin Vail: Il primo giorno alla facoltà di legge il professore disse due cose. Uno: d'ora in poi, quando vostra madre vi dice di amarvi, fatevelo mettere per iscritto.
Jack: E due?
Martin Vail: Due: se volete giustizia andate in un bordello, se volete farvi fottere andate in tribunale. Naomi!
Jack: Be', diciamo però che lei è sicuro che il suo cliente sia colpevole...
Martin Vail: No, non iniziare nemmeno, guarda. Al nostro sistema giudiziario non gliele frega niente, figurati a me. Ogni imputato, a prescindere da chi è e da cosa ha fatto, ha diritto alla miglior difesa che il suo avvocato possa fornirgli. Punto.
Jack: Allora, come si mette con la verità?
Martin Vail: Verità? In che senso? Naomi!
Naomi: Arrivo!
Jack: Non so quanti modi ci siano per descriverla.
Martin Vail: Secondo te ce ne è uno solo? Aiutami.
Naomi: Sei in ritardo.
Martin Vail: Sisisi.
Naomi: Ecco qua.
Martin Vail: E qual è quello giusto? Ce ne è soltanto uno giusto.
Naomi: Dai Martin, stai fermo.
Martin Vail: La mia versione della verità, quella che io creo nella mente delle dodici persone che formano la giuria. E se tu vuoi darle un altro nome, e cioè l'illusione della verità, be', sono affari tuoi.
Naomi: A posto.
Sicura?
Naomi: Sicura.
Martin Vail: Jack, ti basta? Vuoi altro materiale?
Jack: Si certo.
Martin Vail: Domani pomeriggio?
Jack: Si.
Martin Vail: Allora tu chiamerà la mia segretaria. D'accordo. È roba da copertina, vero?
Jack: Certo.
Martin Vail: Ah, ecco. Ci vediamo.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Come fanno ad uccidere un uomo che non dorme mai? (Joey Pinero)
- Lo sai cos'è che odio? Te lo dico subito: odio la solta tiritera "Quanto sono puttane gli avvocati difensori". Insomma, siamo noi i cattivi. E lo sai perché? Perché stiamo seduti accanto ai delinquenti e sembriamo delinquenti anche noi. E poi c'è la presunzione di colpevolezza. Presumono che noi sappiamo e che siamo complici. Invece uno non sa, non chiede, non gli interessa, uno fa il suo lavoro e basta. Non sono mica nostri amici, e che cavolo. Be', qualcuno magari si... (Martin Vail)
- "Nessuno può, per un lungo periodo di tempo, avere una faccia per se stesso e un'altra per le moltitudini, senza alla fine confondersi su quale possa essere la verità." (Bud Yancy)
- Perché giocare alla roulette quando puoi giocare con la vita della gente? (Martin Vail)
- Io ho fede nel concetto che una persona è innocente se non si prova il contrario. Credo in questo concetto perché ho scelto di credere alla bontà innata dell'uomo. Ho scelto di credere che non tutti i crimini sono commessi da persone cattive. E cerco di capire perché a volte ottime persone fanno delle azioni orribili. Sai, quando lavoravo per Shaughnessy ho fatto una cosa molto brutta, forse anche illegale. Facevo il procuratore allora e la cosa che ho fatto ha sconvolto tutte le mie convinzioni, e allora mi sono messo a fare l'avvocato difensore. E visto che sono tutti convinti che siamo comunque dei bugiardi, ho fatto a me stesso un piccolo giuramento, che ... che non avrei mai usato la menzogna per la mia vita pubblica. Tu prova a scriverlo e ti rovino sul serio... (Martin Vail)
- Hai fatto uno sbaglio? Ci hai detto che era stato "Il terzo uomo" e ora ce l'hai il tuo terzo uomo. E pure il quarto uomo, il quinto uomo... (Tommy Goodman)
- Ho fatto uno sbaglio, ma non avevo torto. (Martin Vail)
- A quello non gli serve un avvocato, gli serve un esorcista! (Tommy Goodman)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Martin Vail: Avanti, non devi fare altro che girarti.
Janet Venable: Credevo ti piacesse di più così, almeno non devi guardare le persone.
Martin Vail: Umh... Perfida... Guardami. Perché noi due non andiamo a cercare un bar dove puoi fumare?
Janet Venable: Grazie per l'invito, ma le storie di una sera non mi allettano molto.
Martin Vail: Siamo stati insieme per mesi...
Janet Venable: È stata una storia di una sera, Martin. Solo che è durata sei mesi.
- Jack: Senta, perché si è dimesso dalla procura di stato?
Martin Vail: Non c'era futuro. Nessuno sbocco. O fai carriera politica o vai a fare il giudice. Perché fare l'arbitro se puoi giocare con la palla?
- Jack: C'è stato un momento durante il processo Pinero in cui ha detto a se stesso: "Li ho battuti" ?
Martin Vail: Il giorno che sento il caso.
- Aaron: N-non sono stato io, lei deve credermi...
Martin Vail: No, io non devo crederti, non mi interessa. Io sono il tuo avvocato; vale a dire che sono tua madre, tuo padre, il tuo migliore amico, il tuo confessore. Insomma, non devi parlare con nessuno tranne me d'ora in poi. Né con la polizia, né con la stampa, né con gli altri detenuti... con nessuno, senza il mio permesso.
Aaron: Ah, avvocato Vail...
Martin Vail: Si...
Aaron: Ah, può d-dire alla signora Venable che mi dispiace? E che spero che il collo le-sia guarito.
Martin Vail: Certo. [Sta per uscire ma si ferma e rientra in cella] Scusa, come hai detto?
Aaron: Cosa?
Martin Vail: Hai detto che non ti ricordavi, che eri svenuto. Come fai a sapere del collo?
Aaron: Oh... [Applaude] Be', bravo il nostro... Martin. Io non avrei detto niente. Avevi un aria così felice poco fa che ho pensato: "mhhh, no..." A dirti la verità sono contento che tu abbia capito, perché crepavo dalla voglia di dirti tutto. Solo che non sapevo da che parte lo dire, ecco. Aaron o Roy, Roy o Aaron... e ti dirò un piccolo segreto, un segreto di quelli che restano tra cliente e avvocato, mi capisci, vero? Non fa niente da chi te lo faccio dire, la storia è sempre la stessa. "Ho-ho dovuto ammazzarla-Linda, avvocato Vail". Quella puttana ha avuto quello che si meritava. Ma... a far a pezzi quel figlio di puttana di Rushman, quello è stato proprio un opera d'arte.
Martin Vail: Sei bravo, sei veramente bravo...
Aaron: Anche se mi sono fatto beccare...
Martin Vail: E così non c'è mai... mai stato nessun Roy?
Aaron: Oddio Martin, se è questo che credi, mi deludi molto, te lo dico sinceramente. Non c'è mai stato nessun Aaron, avvocato. [Gli fa l'occhiolino, sbeffeggiando un suo tipico gesto] Andiamo Martin, credevo che l'avessi capito in aula. Cazzo, quando mi hai messo sul banco dei testimoni, sei stato veramente il massimo. E quando mi hai detto "Dai, fai l'uomo!", allora ho capito esattamente quello che volevi da me. E ti ho assecondato, non è vero? [Martin esce dalla cella]
Martin Vail: Guardie!
Aaron: Ah, andiamo Martin, non fare così! Abbiamo vinto bello! Cazzo se abbiamo vinto. Siamo una gran coppia io e te. Non ce l'avrei mai fatta senza di te. Ah, adesso sei un po' incazzato perché... perché ti eri affezionato al povero Aaron, questo lo capisco, mah... Ah, l'amore è dolore Martin, che vuoi che ti dica. Ah, guarda che scherzo, eh, mica ti volevo offendere, avvocato. che cosa volevi che facessi, scusa? Vedrai che alla fine mi ringrazierai, perché questa esperienza farà di te un vero duro, Martin Vail. Dammi retta, me ne intendo.
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