Citazioni sul Rally Dakar 1987 o Parigi-Dakar 1987.

  • Avevamo praticamente già vinto la Dakar, avevamo un'ora e mezzo di vantaggio all'inizio dell'ultima tappa, che è solitamente è una passerella sul Lago Rosa. Tutto era nato la sera prima al bivacco. Nel corso dell'ultima tappa si passava su delle rotaie dismesse e Roberto Azzalin, il capotecnico, e Auriol litigarono sul fatto se usare o no le mousse per gli pneumatici. Non ricordo cosa decisero, ma che fu Hubert ad averla vinta, però poi durante la tappa forò 3 volte. [«La sfortuna non era finita»] Mi raccontò poi che aveva battuto con la caviglia contro una specie di alberello nascosto, dall'altra parte c'era un sasso e andò a sbattere anche contro quello. Le due caviglie erano aperte, non riuscivamo nemmeno a levarli gli stivali, non ho mai capito come abbia fatto a guidare per altri 30 chilometri in quelle condizioni. Una cosa mi è rimasta particolarmente impressa. Lo avevamo caricato sull'elicottero che lo avrebbe portato all'aeroporto da cui poi sarebbe partito per la Francia. Hubert piangeva e mi ripeteva: "di' a Castiglioni che abbiamo battuto la Honda". Quella è stata una delle poche volte nella mia vita in cui non sono riuscito a trattenere le lacrime. (Carlo Pernat)
  • Hubert Auriol con la Cagiva aveva già vinto quattro speciali e ormai era fatta: l'ultima tappa del giorno dopo, quella fino al lago Rosa, sarebbe stata poco più di una formalità. E invece a 20 km dall'arrivo centrò una radice sporgente. All'arrivo Cyril Neveu, che era secondo, guardava l'orologio e Auriol non arrivava mai. Quando finalmente la Cagiva comparve, il pilota urlava dal dolore; e quando lo tirarono giù di sella e gli sfilarono gli stivali da cross, vidi con i miei occhi pezzi di radice infilati nella carne... pazzesco! (Nico Cereghini)
La Peugeot 205 Turbo 16 Grand Raid, vincitrice della classifica auto alla Parigi-Dakar 1987 con Ari Vatanen.

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