Radical chic

espressione idiomatica mutuata dall'inglese

Citazioni sul radical chic.

Citazioni

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  • Il radical-chic è un reazionario che dà del reazionario a chi non sputa nel piatto in cui mangia. (Roberto Gervaso)
  • Il termine perse con il tempo ogni specifica mira contro le ristrette cerchie di ottimo censo e di facile radicalismo, per diventare generico dileggio di qualunque posizione politica che risulti irritante per il pensiero reazionario. Nella vulgata di destra è diventato "radical chic" tutto ciò che odora di solidarismo (è per lavarsi la coscienza!) o di amore per la cultura (è per umiliare la gente semplice!) e ovviamente di critica del populismo (è disprezzo per il popolo!). Più in generale, il termine è semplicemente perfetto per ridurre quel vasto e disorientato mondo detto "sinistra occidentale" a una ipocrita cricca di potenti con la puzza sotto il naso che hanno perduto ogni rapporto con "il popolo". (Michele Serra)
  • Il termine radical chic, politicamente corretto e via dicendo, è diventato un termine abusato. Descrive uno stile di vita in modo così semplice che la nostra pigrizia ci mette nella condizione di abusarne. Quel che conta resta la critica sostanziale. La sinistra di cui parla Wolfe, che è quella dei ricchi newyorkesi, si finge marxista con la coppa di champagne in mano. La sinistra occidentale che si è fatta establishment negli ultimi decenni si è comportata in modo simile. Non pretendiamo che gli uomini di sinistra siano tutti tormentati e vissuti alla Limonov, ma che almeno evitino di sembrare Paris Hilton. (Nicola Porro)
  • L'argomento dei radical chic lo conosco molto bene ed è il classico argomento che si mette in azione quando si blocca il pensiero, quando non c'è nient'altro da dire. Il tema del "sei comunista e vai a sciare" è un po' decaduto. Secondo me è passato di moda. Non trovo niente di male nell'adeguare il proprio aspetto al messaggio che vuoi comunicare. Diventa il fatto centrale se noi vogliamo farlo diventare centrale. (Concita De Gregorio)
  • L'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo. (Giovanni Testori)
  • Nella polemica spesso caricaturale contro i radical-chic c'è un elemento di verità sociale. E cioè che i ceti colti nel mondo sono prevalentemente democratici, di sinistra mentre quelli meno colti, paesani e provinciali, sono prevalentemente di destra. (Michele Serra)
  • Adesso però quella definizione è stata sostituita da un'altra: non si dice più snob ma invece radical-chic. Non è un sinonimo, c'è qualche cosa in più ed è una dimensione politica: il radical-chic è di sinistra. Di una certa sinistra. Per guadagnarsi quella definizione deve stupire e spiazzare anzitutto la vera sinistra che, per antica definizione, si identifica con l'ideologia marxista.
  • I radical-chic sono una definizione coniata dalla destra populista e qualunquista che però ha trovato qualche corrispondenza anche nel marxismo ufficiale.
  • Quanto a cultura i radical-chic sono illuministi e voltairiani, tra i loro personaggi di culto campeggiano Einstein, Keynes e Roosevelt. La definizione di radical-chic all'inizio gli sembrò insultante ma adesso se ne sentono onorati vista la sponda da dove proviene.
  • Attraverso Radical Chic descrivevo l'emergere di quella che oggi chiameremmo la "gauche caviar" o il "progressismo da limousine", vale a dire una sinistra che si è ampiamente liberata di qualsiasi empatia per la classe operaia americana. Una sinistra che adora l'arte contemporanea, si identifica in cause esotiche e nella sofferenza delle minoranze ma disprezza i rednecks [bifolchi] dell'Ohio.
  • E ciò che ne venne fuori fu il Radical Chic. Sin dall'inizio non ebbe alcun senso discutere della sincerità del Radical Chic. Era fuor di dubbio che il primo impulso, [...] fosse sincero. Ma, come accade per molti sforzi umani che si concentrano su un ideale, sembrava che il pensiero avanzasse su una sorta di doppia pista. Prima pista: beh, è chiaro che si ha un sincero interesse per i poveri e bisognosi e una sincera rabbia rispetto alla discriminazione.
  • La prima regola è che la nostalgie de la boue – lo stile romantico e rudemente vitale dei primitivi che abitano nelle case popolari, per esempio – è bella, e che la borghesia, nera o bianca che sia, è brutta. Diventa così inevitabile che il Radical Chic prediliga chi ha l'aria primitiva, esotica e romantica, tipo i raccoglitori d'uva, che oltre al fatto che sono radicali e «vengono dalla Terra» sono anche latini, o le Panthers, con le loro giacche di pelle, le acconciature afro, gli occhiali da sole e le sparatorie, o i Pellerossa, che, logicamente, hanno sempre avuto un'aria primitiva, esotica e romantica.
  • Nell'Era del Radical Chic, poi, quale conflitto si innescò tra l'assoluto bisogno di domestici e il fatto che i domestici fossero il simbolo assoluto di ciò contro cui i nuovi movimenti, neri o marroni, stavano combattendo! E allora, quanto assolutamente urgente divenne la ricerca dell'unica via di salvezza:domestici bianchi!

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