Proverbi sardi

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Raccolta di proverbi sardi.

Bandiera della Sardegna
  • A que bogare unu mortu bi querent battor bios, ma a que bogare unu biu non podet tota sa Curia.[1]
Per togliere (di casa) un morto ci vogliono quattro persone vive, ma a toglierne uno vivo nulla può tutta la Curia.
Occorre o la ragione o la giustizia.
  • A riu buluzadu, balanzu de piscadore.[2]
A riu buluzadu, allegria de piscadore.[2]
A fiume torbido guadagno (o allegria) di pescatore.
Riferito a chi riesce a trarre vantaggio da persone in lite o da altrui difficoltà.
  • A tempus ismentigadu si còjuant sas battias.[3]
A tempo dimenticato si sposano le vedove.
L'amore per il primo marito non dura a lungo.
  • Ad s'abe qui punghet ndeli falat sa matta.[4]
All'ape dopo che punge le scende la pancia.
Chi ferisce gli altri, chi fa dispetti finisce col danneggiare soprattutto sé stesso.
Asino cattivo raglio buono.
Qualcosa di buono si può trovare anche nelle persone più cattive
  • Bestidu, su bastone paret unu barone.[6]
Vestito, anche un bastone sembra un barone.
  • Biadu quie ischeddat in palas anzenas.[7]
Beato chi scotta (prende esempio, apprende) alle spalle (a spese) altrui.
Chi impara dagli altrui errori.
  • Binu bonu finza a feghe.[8]
Vino buono fino alla feccia.
  • Binu malu et pane tostu durat pius.[8]
Vino cattivo e pane duro durano di più.
  • Caragnanesi macchi.[9]
Calangianesi matti. (gallurese)
  • Chentu (o tantas) concas, chentu (o tantas) berrittas.[10]
Cento teste, cento berritas[11].
Corrisponde al proverbio italiano: Tante teste, tanti cervelli.[12]
  • Chera a fogu benit.[13]
Cera a fuoco viene.
Tutte le malefatte si scontano, inevitabilmente; verrà il momento in cui il creditore presenterà il conto ed esigerà il rimborso. Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine.
  • Chi dha faidi dha pensada.[14]
Chi l'ha fatta l'ha studiata.
  • Chie non ad(a) aguza, non mandigha' gioga.[6]
Chi non ha ago, non mangia lumaca.
  • Chie torrat a domo non est mai perdidu.[15]
Chi torna a casa non è mai perduto.
  • Crabittu rassu brincat in mandra.[6]
Capretto grasso salta in mezzo al gregge.
  • Cum sos mannos ista coment et in su fogu: non tantu accurzu, non tantu alluntanu.[6]
Con i potenti comportati come col fuoco: non molto vicino e non molto lontano.
  • Dai sa die qui prestas has unu inimigu de pius.[6]
Dal giorno che fai un prestito, hai un nemico in più.
  • Deus non zubilat, ma zudicat. (Nuoro) [5]
  • Dicciu antigu non errat.[16]
Detto antico non sbaglia.
  • Erẓa mala, sorte bona, erẓa bona, sorte mala.[17] (Bonorva)
Lavoro buono, sorte cattiva, lavoro cattivo, sorte buona.
Anche il lavoro più diligente rischia di restare senza frutto se manca un po' di fortuna.
  • Este (sa) unẓa chi 'etta' su cantare.[17] (Bonorva)
È l'oncia che fa traboccare il cantaio.
Solo con l'applicazione costante al lavoro, con il lavoro assiduo e di lunga lena è possibile produrre ricchezza e conseguire i grandi risultati.
  • Faedda pagu pro non ti faddire meda. – Isculta meda pro non ti pentire.[18]
Parla poco per non fallire molto. – Ascolta molto per non pentirti.
  • Fiascu malu non si segat appresse.[19]
Fiasco cattivo non si rompe presto.
Può accadere che un uomo, benché di indole cattiva, viva più a lungo e talvolta con maggior fortuna dei più buoni.
  • Giustissia chi falta', giustissia de balla.[6]
Giustizia che manca, giustizia di pallottola.
  • Homine fattu cum dinari, non balet a nudda.[20]
Uomo fatto con denari non vale a nulla.
  • In su binu sa veridade.[8]
Nel vino la verità.
  • Inue non bi hat maccos non rient sabios.[21]
Dove non ci sono pazzi non ridono i savi.
  • Justitia pronta, vindicta facta.[22]
Giustizia pronta, vendetta fatta.
Se la giustizia opera con prontezza, si evitano faide, a volte interminabili.
  • Lodeinu maccu.[9]
Lodeino scemo (nuorese)
  • Mezus fertu de balla, qui non de machine.[6]
Meglio colpito da pallottola, che da pazzia.
  • Mezus terra senza pane, que terra senza justitia.[6]
Meglio terra senza pane che terra senza giustizia.
  • Negotiu de binu, negotiu meschinu.[8]
Negozio di vino, negozio meschino.
Pare di alludere alla poca onestà dei negozianti; oppure perchè vi è poco da fidarsi, attesa la grande attenzione che si richiede.
  • Neu bella senza peccu, neu fea senza tractu.[6]
Non c'è donna bella senza difetto, né donna brutta senza grazia.
  • Non abbaides né femina in festa, né caddu in beranu.[6]
Non guardare né donna in festa, né cavallo in primavera.
  • Non ti offendant mai sos benes des sos malos.[23]
Non ti offendano mai le ricchezze degli empi.
  • Ogni animale si unit cum s'ispecie sua.[24]
Ogni animale ama il suo simile.
  • Ogni malu consizadu est bonu consizadore.[6]
Chi è stato consigliato male, è ottimo consigliere.
  • Porcu, hortu et conca rasa faghent sa domo.[25]
Il porco, l'orto e la testa rasa fanno la casa.
  • Qui arribbat quando hat, mandigat quando queret.[26]
Chi conserva quando ha, mangia quando vuole.
  • Qui comporat sa farina est cegu ad un oju, qui comporat su pane ad ambos.[6]
Chi acquista la farina è cieco a un occhio, chi acquista il pane, ad entrambi.
  • Quie bendet s'anzenu bendet su bentu.[27]
Chi vende cose altrui vende il vento.
Non si cura di vendere al valore reale, ma vende a un prezzo irrisorio.
  • Quie biet vinu, non devet narrer imbreagu.[8]
Chi beve vino non deve dire ubriaco.
Non criticare i difetti altrui, tu stesso potresti incorrervi.
  • Qui hat cobertura de cristallu, non bettet pedra a cobertuta anzena.[28]
Chi ha tetto di cristallo, non metta pietra nell'altrui tetto.
Chi ne ha, non sparli dei difetti altrui.
  • Quie samunat sa conca ad s'ainu, perdet trabagliu et sabone.[6]
Chi insapona la testa dell'asino, perde tempo e sapone.
  • Quie timet s'abba non andet a mare.[6]
Chi teme l'acqua non vada al mare.
  • Ricca o povera sìa(da) | Sempre bètta' sa nadìa.[29] (Nule)
Ricca o povera sia, sempre butta (tallisce) il tralcio suo (nadìa) la vite.
  • S'abba falat ue queret su zappu.[30]
L'acqua scende dove vuole la zappa.
Lo si dice alla persona dalla cui volontà dipende se verrà concesso il favore che si chiede.
  • S'abbilastru non si trattenet a cazziare musca.[31]
L'aquila non si trattiene a cacciare mosche.
  • S'avaru iscorza' su pulighe, 'olende.[6]
L'avaro scortica la pulce mentre salta.
  • S'avaru non faghet bene si non quando morit.[6]
L'avaro fa del bene solo quando muore.
  • S'homine maccu istat in s'abba et sididu.[21]
L'uomo folle sta nell'acqua e assetato.
  • S'imbolich torra a s'imbolicadore. (Nuoro) [5]
L'imbroglio ricade sull'imbroglione.
  • Sa beffe sezzit plus de su frastimu.[6]
La beffa si ritorce più della sua maledizione.
  • Sa bentre non la bidet niunu.[32]
Il ventre non lo vede nessuno.
Lo si dice di chi risparmia a tavola per essere elegante e ben figurare in società.
  • Sa chesura de binza faghet sa ruffiana.[33]
La siepe della vigna fa la ruffiana.
Mai discutere di cose segrete in prossimità della siepe perché qualcuno, di nascosto, potrebbe ascoltare.
  • Sa dommo 'e su Re | sa misura le re [ghet]. (Nuoro) [5]
La casa del re la misura, la regge.
Anche nelle case più ricche la prosperità è assicurata da un equilibrato governo dei beni
  • Sa luna est affacca a s'isteddu, homine chi bocchint, o cosa chi succedit.[34]
La luna è vicina ad una stella, uomo ammazzano, o disgrazia succede.
  • Sa paragula bolat che su cascu. (Nuoro) [5]
La parola vola come lo sbadiglio.
  • Sa rosa nche la tiran dae sas ispinas. (Nuoro) [5]
La rosa la spiccano anche dalle spine.
Una buona ragazza – anche se di umili origini o nata in una cattiva famiglia – trova sempre un buon marito.
  • Sa rucca non iscardi' bucca.[35] (Ardara)
La rocca non scalda bocca.
L'arte della filatura non dà grandi guadagni.
  • Sa veridade causat odiu.[36]
La verità causa odio.
  • Sas cabras andant da in puncta in puncta, sos cascos dai bucca in bucca.[6]
Le capre vanno di cima in cima, gli sbadigli di bocca in bocca.
  • Si no lu pranghet tuo filione, lu pranghet tuo nepodone.[6]
Se non lo piange tuo figlio, lo piange tuo nipote.
  • Si ti queres sanu abba su vinu.[8]
Se volete esser sano inacquate il vino.
  • Si ti queres sanu, faedda pagu.[6]
Se vuoi restare incolume, parla poco.
  • Sos maccos et pizzinnos narant sa veridade.[37]
I pazzi e i bambini dicono la verità.
  • Su bene non est de quie lu faghet, ma de quie lu gosat.[38]
Il bene non è di chi lo fa, ma di chi lo gode.
Riferito a un avaro o a un ricco decaduto in povertà per sua colpa.
  • Su binu ad su sabore, su pane ad su colore.[8]
Il vino al sapore, il pane al colore.
  • Su binu est bonu a biere, ma 'nde faghet a riere.[8]
Il vino è buono a bere[39], ma fa a ridere.
Il riso come effetto dell'ubriachezza.
  • Su chi ìschi(di) su foghìle, chi non l'ìscada su giannìle.[40]
Ciò che sa il focolare non sappia la porta. (Bosa)
Resti custodito nel segreto quanto si dice in casa; non lo si riveli in pubblico
  • Su dinari in ojos de medas, et in manu de pagos.[41]
Il denaro è negli occhi di molti, ed in mano di pochi.
  • Su dinare cuzicat tottu. (Nuoro) [5]
Il denaro copre ogni cosa.
  • Su paladu est minoreddu, et que falat palattu et castedu.[42]
Il palato (la bocca) è piccolino, e vi cala palazzo e castello.
Monito per ghiottoni e scialacquatori.
  • Sussìncu màccu.[9]
Sorsense pazzo.
  • Trista bingia ch'esti castiada.[43]
Trista la vigna ch'è adocchiata.
Perché potrebbe essere derubata o perduta per saldare debiti; in senso figurato il proverbio è riferito a chi sia preso di mira.
  • Truncu bogat astula.[44]
Tronco cava scheggia.
I difetti dei genitori si trasmettono ai figli.
  • Unu pagu fele amargurat meda mele.[45]
Un po' di fiele fa amaro molto miele.
  • Vora dae su coro, | vora dae su pensamentu.[46] (Nuoro)
Fuori dal cuore, | fuori dal pensiero.
Lontano dal cuore, lontano dal pensiero; la gratitudine è la memoria del cuore.
  • Zappare in terra tosta est fagher mala zoronada.[47]
Zappare in terra dura è fare una cattiva giornata.
È fatica improba voler persuadere chi non intende ragioni.
  • Ẓente cun ẓente e faa cun lardu.[48] (Nule)
Gente con gente e la fava (si cuoce) col lardo.
Ogni simile stia col suo simile.
  • Zimpina in binza, malu pudadore.[30]
Agresta o uva selvatica in vigna, cattivo potatore.
La cattiva educazione in famiglia non può dare buoni risultati.
  1. Citato in Giovanni Spano, Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo, p. 55.
  2. a b Citato in Spano 1871, p. 348.
  3. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 59.
  4. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 28.
  5. a b c d e f g Citato, con traduzione, in Grazia Deledda 1894, p. 823.
  6. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t Citato in Benvenuti e Di Rosa.
  7. Citato in Spano 1871, p. 284.
  8. a b c d e f g h Citato, con traduzione e spiegazione, in Spano 1871, p. 70.
  9. a b c Citato in Mauro Maxia, pp. 381-382.
  10. Citato in Spano 1871, p. 107.
  11. Tipico berretto sardo.
  12. In Spano 1871, p. 107.
  13. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 100.
  14. Citato, con traduzione, in Anna Villarini e Francesca Di Gangi, Scegli ciò che mangi: guida ai cibi che aiutano a proteggere la salute, con le ricette dello chef Giovanni Allegro, Sperling & Kupfer, Milano, 2011, p. 166. ISBN 9788873394877
  15. Citato in Giuseppe Ruju, L'uomo del mulino ad acqua: nuovi racconti di Sardegna, Edizioni Della Torre, Cagliari, 1995, p. 102. ISBN 88-7343-272-7
  16. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 1 (frontespizio).
  17. a b Citato, con traduzione, in Ferraro 1891, parte I, p. 364.
  18. Citato in Spano 1871, p. 143.
  19. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 155.
  20. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 133.
  21. a b Citato in Spano 1871, p. 220.
  22. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 202.
  23. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 61.
  24. Citato in Riccardo Schwamenthal, Michele L. Straniero, Dizionario dei proverbi italiani e dialettali, BUR, 2005, § 3983. ISBN 978-88-58-65738-6
  25. Citato in Spano 1871, p. 322.
  26. Citato in Spano 1871, p. 229.
  27. Citato in Spano 1871, p. 60.
  28. Citato in Spano 1871, p. 103.
  29. Citato, con traduzione, in Ferraro 1891, parte I, p. 348.
  30. a b Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 408.
  31. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 28.
  32. Citato in Spano, 1871, p. 63.
  33. Citato, con traduzione, in Spano, 1871, p. 100.
  34. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 216.
  35. Citato, con traduzione, in Ferraro 1891, parte I, p. 366.
  36. Citato in Spano 1871, p. 402.
  37. Citato in Giovanni Spano, Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo: Coll'aggiunta dei Proverbji sardi, Tipografia Nazionale, Cagliari, 1851, p. 47.
  38. Citato in Spano 1871, p. 61.
  39. Bevere nella fonte.
  40. Citato, con traduzione e spiegazione, in Ferraro 1891, parte I, p. 356.
  41. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 132.
  42. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 285.
  43. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 72.
  44. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 396.
  45. Citato in Spano 1871, p. 150.
  46. Citato, con traduzione e spiegazione, in Ferraro 1891, parte I, p. 345.
  47. Citato, con traduzione, in Spano 1871, p. 407.
  48. Citato, con traduzione e spiegazione, in Ferraro 1891, parte I, p. 353.

Bibliografia

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Voci correlate

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