Proverbi romani

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Raccolta di proverbi romani.

Costumi tradizionali del Lazio e di Roma in una cartolina ricamata d'epoca (anni 1960-1970)

A modifica

  • A Roma, Dio nun è trino, ma è quattrino.[1]
A Roma, Dio non è trino, ma è quattrino.

B modifica

  • Bon vino fa bbon sangue.[2]
Buon vino fa buon sangue.

C modifica

  • Chi si inchina troppo mette in mostra er culo.[3]
Chi si inchina troppo mette in mostra il didietro.

D modifica

  • De la cerqua ce nasce la cerquignòla.[4]
Dalla quercia nasce il querciolo.
Qual è il padre tale è il figlio.

E modifica

  • Er bove adesso dice cornuto all'asino.[5]
Il bue adesso dice cornuto all'asino.
  • Er vino è la zinna de li vecchi.[2]
Il vino è la mammella dei vecchi
  • Er panno bbôno fino a la pezza | er vino bbôno fino a la feccia.[2]
Il panno buono fino alla pezza, | il vino buono fino alla fecia.

I modifica

  • In sta vale de lacrime, quarcuno ce piagne bene.[6]
In questa valle di lacrime, qualcuno (ci) piange bene.

L modifica

  • L'acqua arovina li ponti e er vino la testa.[2]
L'acqua rovina i ponti e il vino la testa.

M modifica

  • Mejo che la panza mia crepi che la bbontà de Ddio se sprechi.[7]
Meglio che la pancia mia crepi che la bontà di Dio si sprechi.
  • Moje ggiovine e vvino vecchio, (e quanno sei imbriaco méttete a lletto).[2]
Moglie giovane e vino vecchio, (e quando sei ubriaco mettiti a letto).

O modifica

  • Omo de vino nun vale un quatrino.[2]
Uomo di vino non vale un quattrino.

S modifica

  • Si è ber tempo a Candelòra | de l'inverno semo fora | ma si piove o tira vento | de l'inverno semo drento.[8]
Se è bel tempo a Candelora | dall'inverno siamo fuori | ma se piove o tira vento | nell'inverno siamo dentro.

U modifica

  • Un'accettata nun atterra una cerqua.[4]
Un colpo di accetta non abbatte una quercia.
Una disgrazia non rovina un uomo.

V modifica

  • Vino amaro tièttelo caro.[2]
Vino amaro tienitelo caro.

Note modifica

  1. Citato in Schwamenthal e Straniero, § 143.
  2. a b c d e f g Citato in Zanazzo 1886, p. 162.
  3. Citato in Proverbi romaneschi, a cura di Giggi Zanazzo, 1886.
  4. a b Citato con spiegazione in Filippo Chiappini, Vocabolario romanesco, Chiappini, Roma, 1967, p. 76.
  5. Sergio Zazzera, Proverbi e modi di dire napoletani, La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione, Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 253. ISBN 88-541-0119-2
  6. Citato in Schwamenthal e Straniero, § 2964.
  7. Citato in Luca Leone, 100 ottime ragioni per non amare Roma, Infinito Edizioni, Formigine (MO), 2014, p. 203. ISBN 9788868610296
  8. Citato in Giovanni Artieri, Napoli, punto e basta?, Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, pp. 639-640.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica