Piano Marshall

piano politico-economico statunitense per la ricostruzione dell'Europa dopo la Seconda guerra mondiale

Piano Marshall, denominazione ufficiale European Recovery Program, piano politico-economico statunitense per la ricostruzione dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale.

Manifesto celebrativo del Piano Marshall (1950)

Citazioni sul Piano Marshall

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  • Appare evidente che noi ci troviamo proprio nella situazione di chi ricorre per forza ad un prestito e conseguentemente si rassegna a sottostare alle richieste di chi gli fornisce il denaro di cui ha bisogno. Egli potrà, sì, resistere, potrà contrattare, potrà cercare di avere le condizioni meno pesanti possibili, ma non v'è dubbio che in definitiva debba sottostare. (Giovanni Battista Adonnino)
  • Dopo l'enunciazione della dottrina di Truman[1] e il fallimento della conferenza di Mosca del marzo-aprile 1947, la prima mossa importante del governo di Washington fu il lancio del piano Marshall (detto poi ufficialmente ERP: European Recovery Program), così chiamato dal nome del segretario di Stato, George Marshall, che ne indicò le linee generali in un discorso tenuto all'Università di Harvard il 5 giugno 1947, al quale fu dato un grande rilievo propagandistico. (Giorgio Candeloro)
  • Il piano, preparato dal Dipartimento di Stato per opera soprattutto di Dean Acheson e di George Kennan, partiva dalla constatazione che al principio del '47 la ripresa economica dei paesi europei procedeva lentamente e non aveva ancora raggiunto il livello dell'anteguerra, pur con differenze tra un paese e l'altro. Di conseguenza, secondo i dirigenti americani, anche la situazione politica di vari paesi europei presentava elementi di incertezza di cui potevano approfittare i comunisti per tentare azioni eversive o per appoggiare una penetrazione sovietica. Pertanto il principale scopo del piano era quello di facilitare la ripresa economica europea con grossi interventi finanziari americani rivolti a stabilizzare la situazione sociale e politica dell'Europa occidentale e a rendere quindi impossibile eventuali azioni espansionistiche dell'URSS appoggiate dai comunisti. (Giorgio Candeloro)
  • «Noi americani siamo profondamente preoccupati delle difficoltà che voi Europei incontrate nel campo della produzione e degli scambi»: comincia così l'edizione riveduta del memorandum redatto in occasione degli incontri tra il Sottosegretario di Stato Will Clayton e i rappresentanti europei nel giugno 1947. Posti di fronte ad una scoraggiante mancanza di progresso verso la ripresa economica europea, i responsabili della politica americana definiscono un programma di aiuti e di consulenza economica. «Gli aiuti finanziari ed economici saltuari degli Stati Uniti ai singoli Paesi europei non possono, da soli, risolvere la situazione». Questa asserzione si riferisce al Piano Marshall, o, secondo il nome ufficiale, "European Recovery Program": il piano di aiuti all'Europa promosso e finanziato dal Governo americano. (Gaetano Fierro)
  • Riconosco che il compito degli oppositori al Piano Marshall è, certo, gravissimo. Se si volesse esprimere con parole povere, si potrebbe dire questo: c'è un individuo caduto in estrema miseria, la sua casa è stata distrutta e si è ridotto a vivere in una catapecchia; c'è un benefattore che si presenta a lui e gli offre in dono la possibilità di rifarsi una casa nuova e decente, un tenore di vita umano ed elevato. Ebbene, gli oppositori si assumono il compito di dimostrare che quest'offerta è prava, iniqua, vessatoria, biasimevole. Dicono che il dono della bella casa è inaccettabile perché il donante pretende riservarsi l'uso di una soffitta; perché il donante pretende riservarsi l'uso di una soffitta; perché pretende qualche garanzia che la casa non vada in malora e non sia deteriorata; perché chiede qualche pietra della catapecchia da abbandonare. (Giovanni Battista Adonnino)
  • Si dice: solo grazie alla Ue ci sono stati 70 anni di pace in Europa. Non è vero. C'è stata pace in Europa solo grazie agli anglo-americani e al piano Marshall. (Nicholas Burgess Farrell)
  1. Strategia di politica estera del Presidente statunitense per contrastare l'espansionismo comunista nel secondo dopoguerra.

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