Peter Brown
storico irlandese
Peter Robert Lamont Brown (1935 – vivente), storico e accademico irlandese.
Citazioni di Peter Brown
modificaIl mondo tardo antico
modifica- Gli «elleni» ci stupiscono perché, sebbene aperti ai turbamenti spirituali della loro età, si rifacevano ai metodi antichi per trovare una soluzione alle angosce del presente. La loro placida fede in una tradizione derivante da Platone e in continua evoluzione fu forse l'aspetto più rassicurante della civiltà tardo antica. Infatti molte società classiche e illuminate erano crollate sotto il peso del proprio tradizionalismo, lasciando ai successori immediati solo un ricordo di ansie e incubi. Se ciò non avvenne nell'impero romano lo si deve in gran parte al «rinascimento ellenico» e al dialogo tra i fautori di questo e i nuovi intellettuali aristocratici cristiani. (Parte prima, cap. II, pp. 56-57)
- [Plotino] Aveva tentato di approfondire la propria conoscenza della filosofia esotica dei Persiani e degli Indiani. Solo più avanti negli anni si lasciò andare, con sempre maggiore tranquillità, all'antica dialettica di Platone. Il fascino dei suoi scritti deriva dall'essere opera di un uomo turbato e ansioso che ha trovato la propria strada grazie a una dura e razionale disciplina e ha raggiunto la calma e la chiarezza nell'età matura. (Parte prima, cap. II, p. 57)
- L'avere sostenuto il rapporto tra il visibile e l'invisibile, tra il mondo interno inesprimibile e la sua manifestazione significante nel mondo esterno, l'avere asserito che l'anima era in grado di dare un senso alle cose naturali: questo fu il servizio reso da Plotino ai suoi contemporanei e successori. (Parte prima, cap. II, p. 59)
- [...] il modello del rinnovato impero romano di Carlomagno non fu Augusto, ma Giustiniano, il cattolico devoto raffigurato nei mosaici di San Vitale. Giustiniano fu il diretto, anche se involontario, antenato dell'idea che una «repubblica cristiana», un sacro romano impero, sarebbe sempre esistita nell'Europa occidentale per servire gli interessi del papato e per assicurare la libertas della chiesa cattolica. (Parte seconda, cap. I, p. 108)
- Ottocento miglia a sud della frontiera bizantina, alla Mecca, una città del Hegiaz, un uomo di mezza età, dopo una mediocre carriera di mercante si era messo a vagabondare sconsolato tra le sinistre alture fuori della città. Nel 610, quest'uomo, Maometto, incominciò ad avere delle visioni. Tali visioni egli le narrò in forma metrica e costituirono il suo Qur'an, «recitazione». Forte di queste esperienze radunò intorno a sé una comunità: la ‘Umma, il «popolo di Allah». Nel giro di vent'anni Maometto e la sua ‘Umma si erano affermati come dominatori della Mecca e della vicina Medina, e come il principale partito della Penisola Arabica. (Parte seconda, cap. III, p. 155)
Dall'intervista di Lorenzo Fazzini, avvenire.it, 10 ottobre 2009.
- Noi europei abbiamo colpevolmente costruito la frattura tra Europa e islam, mentre invece le radici di questi due mondi si intrecciano per un millennio.
- Dobbiamo candidamente ammettere che abbiamo creato una 'età del buio' per sentirci superiori rispetto al passato.
- Il "secolo d'oro" è l'eccezione, la storia normale è "grigia".
- Ha ragione Benedetto XVI quando dice che l'Occidente è "diventato cristiano". L'equazione "cristiano=occidentale", storicamente, è una bestemmia.
Bibliografia
modifica- Peter Brown, Il mondo tardo antico. Da Marco Aurelio a Maometto (The World of Late Antiquity. From Marcus Aurelius to Muhammad), traduzione di Maria Vittoria Malvano, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 1974. ISBN 88-06-38901-7
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