Paz!
film del 2002 diretto da Renato De Maria
Paz!
Titolo originale |
Paz! |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 2002 |
Genere | commedia |
Regia | Renato De Maria |
Soggetto | Ivan Cotroneo, Renato De Maria |
Sceneggiatura | Ivan Cotroneo, Renato De Maria, Francesco Piccolo, Ivan Moffat |
Interpreti e personaggi | |
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Paz!, film italiano del 2002 con Claudio Santamaria e Flavio Pistilli, regia di Renato De Maria.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Perché il freddo, quello vero, sa essere qui. In fondo al mio cuore di sbarbo. Sono un lupo, non chiamatemi Fido. (Zanardi)
- Che cazzo mi prende? Com'è che mi gira così male? [Si accende uno spinello] Ha ragione lo zio: l'hashish fa male. Al cervello. Oh Dio... Luisa, Matteo, Gianna, la pula, Lucilla. Questo cielo così bianco... (Pentothal)
- Fai l'artista e te ne freghi, ma siamo noi che ce ne freghiamo di te. «Sei un artista»... E ce lo cachi che sei un artista! Dormi una notte in facoltà, hai fatto l'occupazione, squacqui due manifesti, e sei con la coscienza a posto. L'espresso una settimana sì e due no, e il Linus quando ti pare, ed ecco risolto il problema di tenersi aggiornato. In pratica, ciccio, o diventi produttivo per il Movimento, o vaffanculo! (Coinquilino, rivolto a Pentothal durante l'assemblea di un collettivo)
- Lavoro. Te credo che lavoro. Al consorzio. Come quale? – [urlo fuori campo] E ce lo cachi che sei un artista! – ..Al consorzio de bonifica. Come dove, a Latina, no! Come, che vojo? Sto qui pe' l'esame! ..Se ho letto qualche cosa? No. Come faccio a studià, lavoro! Mò me metto a leggere Kripke e Chomsky! Ai miei fiji che ce pensi, te? Che me frega. Poi io.. nun riconosco. Come che, nun riconosco un cazzo! ..Perché vojo fà l'esame? Me mancano solo Filosofia Modale e Teoria dei Modelli, mò mollo così, perché sei bella te! [...] Come, qui danno Semiotica? Il DAMS? E che è? Ah, nun è Filosofia? Annamo bene! Adesso m'o dici! (Studente agli esami, prima di Fiabeschi)
- Trasversalismo panico, nomadismo schizoide, dittatura del significato, proletariato in precarizzazione, tempo liberato dal lavoro, temporalità proletaria sottrattiva, sottrazione sociale generalizzata, manifestazione non violenta, difesa con armi leggere, creativismo isterico, maodadaismo, poetica sensual-ironica, deterritorializzazione, riterritorializzazione, soggettivismo isterico, femminilizzazione generalizzata, sovversione creativista, rimozione del soggetto... la Felicità è sovversiva quando si collettivizza! (Compagno intellettualoide durante un'assemblea del Collettivo)
- Bea, pensami. Pensami ora. Nella parte di questo mondo dove tu sei voltati. Voltati ora. Sono io, il tuo Zanna. [...] Ok così, Bea. Fine delle trasmissioni. Non ho ancora letto la tua lettera, quindi non posso sapere che mi hai lasciato. (Zanardi)
- Io vivo sulla lama. Mi commuovo nei bassifondi. Parlo con i ricercati dello Stato. Brigo. Mi procuro e dilapido milioni. Poi rischio, mi struggo, mi umilio. Poi mi arrendo. Mi arrendo... Poi mi faccio, e tutto torna bello, più splendente di prima. L'alternativa è la birreria, il lavoro, il risparmio, il normale sfaldarsi del corpo. Il simpatico, l'antipatica. Lo scemo naturale, due più due fa quattro, e sveglia alle otto! Due palle anche lì, peggio di qua. Ma vuoi mettere risorgere? Risorgere! Risorgere! Risorgere! Risorgere! Risorgere! Risorgere! Risorgere! Risorgere!! (Pompeo)
- Eppure, caro Zanardi, esistono delle regole che ci vietano di confidare in un miracolo. È assurdo pensare di potersi ritrovare un giorno improvvisamente colti se non si è mai letto un libro, oppure rispettati quando ci si è sempre comportati ingiustamente. Questi sono miracoli che non possono accadere, così come dal giallo con l'azzurro nascerà sempre il verde, e non il rosa o il marrone. Il verde è matematico. Ricordalo, Zanardi. (Professore)
- Mai tornare indietro, neanche per prendere la rincorsa. (scritta su un muro di Bologna)
- Sono tutti i santi giorni che passo due o tre ore a fare la fila e ancora non conosco nessuno... il cuzzetto di quello davanti... e l'alito di quello dietro! Alienati, pazzi. Cazzo, le due e un quarto. Ecco qua: il tavolo dei greci, dei calabresi, quello di Messina, di Enna, le femministe sarde, il collettivo gay di Pescara... Solo, sono solo! (Enrico Fiabeschi alla mensa universitaria)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Fiabeschi: Senta professoressa, finiamola con questa farsa. Io non ho potuto studiare, mi dia diciotto perché sennò devo partire militare.
Prof.: No.
Fiabeschi: Come no... Perché no?
Prof.: Perché lei non ha studiato.
Fiabeschi: Ho capito, vabbè, però... lei mi punisce con un anno di militare perché non so Apocalipsi Nau, del quale poi non me ne frega un cazzo. Cioè, insomma, non è che non me ne frega un cazzo, e che non ho potuto-
Prof. [interrompendolo]: Senta, io ho mandato via sei persone oggi, gente che si era preoccupata comunque molto più di lei.
Fiabeschi: Ho capito, ma questa non è una società meritocratica, e qui tutti diventano qualcuno per merito di qualcun altro, solo io che sono un povero Cristo devo fare i conti con la regola. Ma guarda un po'!
Prof.: Ma sentilo, il proletario...
Fiabeschi: No no no! Proletario un cazzo! Sei una stronza! Questo è un esame di merda – mhm? – e tu sei una fottutissima fascista del cazzo! Assetata di potere come Hitler! E non m'hai nemmeno chiesto la differenza tra il segno e l'apparenza, cioè che il segno si decifra e l'apparenza non si deve assolutamente decifrare. E mi viene a domandare del serpente! Ma sai dove te lo devi ficcare il serpente? Nel tuo buco del culo fascista di merda!
Prof.: Stronzo. Fuori di qui, per favore.
Fiabeschi: Ma vatti a far proletariare la fica, va'! - Amica di Mirella: ...Colas?
Colas: Già. Ci pensi? Tra poco mi vedrai nudo! - Fiabeschi: Ciao. Senti, sto girando a vuoto da tre ore, non è che hai una canna, per caso?
Ragazza nel sacco a pelo: No. Ma qui sotto è caldo, e io sono morbida e pulita.
Fiabeschi [rivolgendosi alla telecamera]: ...Fumo dopo. - Ragazzo in discoteca: Dai allora, che cazzo devo fare?
Petrilli: Oh, lui è alto e tu no. Capita. Lui ha i capelli come seta, tu no. Succede. Lui ha i boccoli, tu no, vabbe'... Lui è sul magro, tu sul ciotto. Può accadere. Lui balla bene, tu no, proprio un cazzo... Lui è ricco e tu no. Lui è ganzo e tu no. E lui... Lui si sta scopando la tua ragazza su un divanetto, e tu no. Insomma, lui è lui, e tu no!
Ragazzo in discoteca: Be', e allora?
Petrilli: Allora vai fuori e bruciagli la macchina, no?